Italia e mondo

Zangrillo: “Il Covid non c’è più, qualcuno terrorizza il Paese”

31 maggio 2020 | 18:48
Share0
Zangrillo: “Il Covid non c’è più, qualcuno terrorizza il Paese”

Il primario del San Raffaele di Milano, direttore della terapia intensiva: “Dovremo stare attentissimi, prepararci ma non ucciderci da soli””

REGGIO EMILIA – “Il virus dal punto di vista clinico non esiste più”. Lo ha detto il professore Alberto Zangrillo, direttore di Terapia Intensiva al San Raffaele di Milano, intervenuto a “In mezz’ora in più” su Rai 3.

“Che il virus dal punto di vista clinica non esista più lo dice l’università Vita e Salute del San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo direttore dell’Istituto di virologia, professor Clementi, lo dice insieme alla Emory University di Atlanta, il professor Silvestri: i tamponi eseguiti negli ultimi dieci giorni hanno risultati con una carica virale dal punto di vista quantitativo infinitesimale rispetto ai tamponi eseguiti sui pazienti un mese fa”, ha spiegato Zangrillo.

“Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l’hanno fatta – ha aggiunto Zangrillo – non si può continuare a portare l’attenzione in modo ridicolo come sta facendo la Grecia sulla base di un terreno di ridicolaggine, che è quello che abbiamo impostato a livello di comitato scientifico nazionale e non solo, dando la parola non ai clinici e non ai virologi veri. Il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Ci metto la firma”.

Secondo il professore, “c’è un solo numero che vale” ed “è l’evidenza: noi in questo paese abbiano sentito un mese fa un professore di Boston, che è un epidemiologo-statistico che si chiama Vespignani, condizionare le scelte del governo dicendo che andavano costruiti 151 mila posti di terapia intensiva. Domani uscirà un editoriale a firma mia e del professore Gattinoni, in cui diciamo ufficialmente perché questo non va bene, perché è una frenesia, perché terrorizzare il paese è qualcosa di cui qualcuno si deve assumere le responsabilità perché i nostri pronto soccorso e i nostri reparti di terapia intensiva sono vuoti e perché la Mers e la Sars, le due precedenti epidemie, sono scomparse per sempre e quindi è auspicabile che capiti anche per la terza epidemia da coronavirus. Dovremo stare attentissimi, prepararci ma non ucciderci da soli”.