Via Paradisi, l’assessore promette: “Gli espropri saranno l’ultima ratio”

26 maggio 2020 | 15:25
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Via Paradisi, l’assessore promette: “Gli espropri saranno l’ultima ratio”

De Franco: “Gli incontri con i cittadini inizieranno la prossima settimana. Non vogliamo arrivare lì con le ruspe, ma fare un bel lavoro per il quartiere”

REGGIO EMILIA – “Io gli espropri voglio evitarli. Saranno l’ultima ratio, perché la gente deve essere contenta. L’obiettivo è di arrivare a degli accordi che soddisfino tutti: per questo ci saranno degli incontri nelle prossime settimane. Chiedo fiducia e pazienza nell’iniziare un percorso di dialogo. Dopodiché c’è un disagio che non giudico, perché é umano ed è legittimo preoccuparsi. Non vogliamo arrivare lì con le ruspe, ma fare un bel lavoro per il quartiere”.

Lo dice a Reggio Sera Lanfranco De Franco, assessore alla Casa e Qualità dell’abitare a proposito della polemica nata dopo il video pubblicato dal regista Alessandro Scillitani, sulla pagina Facebook dell’associazione Porto Franco, in cui si parlava di espropri relativamente ai cittadini che abitano nei palazzoni di via Paradisi in seguito al progetto “902 / abitare solidale” che prevede l’acquisto da parte dell’amministrazione comunale delle abitazioni private nei palazzi ai civici 6, 8 e 10: una settantina di appartamenti che saranno sottoposti ad un intervento di restauro.

Ma è vero che il progetto prevede l’esproprio dei cittadini che abitano lì?
Vorrei tranquillizzare tutti rispetto alla narrazione che viene fatta sui social, perché l’esproprio sarà l’ultima ratio. A nostro giudizio, per la storia e la situazione attuale di quel contesto abitativo, c’è un interesse al fatto che intervenga l’amministrazione per fare un intervento in cui saranno messi in campo tutti gli atti urbanistici fondamentali. Ma vorrei chiarire che non è che domani arriva il Comune e dice: io ti esproprio. Partirà un dialogo molto lungo con i cittadini. Siamo ancora in una fase molto preliminare del progetto.

Quanto durerà?
Dal giorno in cui iniziamo, ci vorranno circa cinque anni. Dovete considerare che non riguarda solo la sistemazione delle palazzine, ma anche quella delle aree esterne, sportive, dei parcheggi, delle aree verdi. Quella residenziale è solo la parte più corposa.

Cosa offrirete ai cittadini residenti in quei palazzi?
La prima cosa che farò sarà quella di incontrare, uno ad uno, tutti i proprietari. Dovete considerare che alcuni alloggi sono vuoti e altri sono stati dati in locazione dai proprietari: ci sono situazioni molti differenziate in quei palazzi. In quel contesto c’è anche gente che, negli anni, ci ha speculato. Non ci sono solo proprietari che ci abitano.

Cosa accadrà ai 16 proprietari residenti?
A brevissimo li incontreremo. Prima voglio sentire le loro esigenze e cosa pensano. Quali sono le loro aspettative e capire chi ci tiene a rimanere e chi, magari, valuterà soluzioni alternative. Quando metteremo insieme tutto, poi gli daremo una serie di opzioni per evitare l’esproprio.

Potrebbero anche rimanere lì?
Sì, ma c’è una condizione su cui non transigo, ovvero che bisogna riqualificare quella zona. Ci sarà un periodo di cantiere in cui le persone non potranno restare nelle loro case.

E dove andranno?
Acer ha degli appartamenti a mercato con possibilità di proporre, per periodi più o meno brevi, delle locazioni.

Però, scusi, se vado da Acer pago l’affitto. Loro, adesso, in una casa di proprietà non lo pagano. Il Comune li aiuterà in questo?
Alla sua domanda manca un presupposto, ovvero che non sappiamo se, dopo un periodo di affitto, il residente tornerà lì o se deciderà per una permuta o per un’altra soluzione.

C’è un altro problema. Il valore di quegli immobili, in quella zona, è molto basso oggi. Quanto li pagherà il Comune? C’è il rischio che, con i soldi che prenderanno dopo l’esproprio, non riescano a comprarsi una casa altrove. Non crede?
Dipende. Entrano in gioco tante valutazioni. Bisogna vedere come è messo l’immobile. Io mi aspetto variazioni consistenti nella valutazione dei singoli appartamenti. Non varranno tutti lo stesso. C’è quello che è stato lasciato andare a sé stesso, affittato non so a quante persone e quello che, magari, è stato rimesso a posto.

Se uno vuole restare lì e pagare per le migliorie fatte dal Comune potrà farlo?
Lo studieremo. Studieremo tutto quello che si può fare per soddisfare le persone. Se manifestano l’interesse a restare, approfondirò le soluzioni per permetterlo.