“Siria violentata”, “Partenza” e “Domani”

14 maggio 2020 | 19:11
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“Siria violentata”, “Partenza” e “Domani”

“Scrittori silenziosi” è una rubrica giornaliera, offerta da Reggio Sera per pubblicare i pensieri, le sensazioni e le riflessioni dei reggiani in questo tragico periodo

REGGIO EMILIA – “Scrittori silenziosi” è una rubrica giornaliera, offerta da Reggio Sera per pubblicare i pensieri, le sensazioni e le riflessioni dei reggiani, mentre sono costretti, in questo tragico periodo, all’isolamento totale.

Argomenti – racconti e poesie
Hai scritto un breve racconto o una o più poesie? Hai descritto un evento personale, il tuo stato d’animo durante questa solitudine? Hai raccontato il tuo dolore o la tua gioia per qualche felice occasione, per la guarigione di qualcuno, per un amore spuntato o separazione dolorosa o per un lieto incontro o triste perdita?

Invia il tuo scritto per mail a bassmaji.jean@libero.it. Oggetto: Scrittori Silenziosi. Non inviare a Reggio Sera.

Siria violentata

Lacrime dei miei occhi
l’allegria della mia risata
sussurro del battito del mio cuore
quando chiama gli affetti
compagna delle mie notti insonne
e i miei pensieri spezzati.

Siria
ti ricordo dolce e divertente
ricordo gli amici
e quando giocavamo con le biglie
sulla collina del mulino
e le uova sode che giocavamo
a Pasqua nelle piazze
Ricordo
la mia maestra e quei professori
che mi hanno iniettato il senso della vita
Ricordo
quelle valli sconfinate
come tappeti di spighe di grano duro
che ballavano con la musica del vento
Ricordo
le tue strade che custodiscono la storia della mia infanzia
e il tuo sole cocente che illuminava il mio sentiero
ricordo la tua storia che ha nutrito il mondo
col nettare che ti hanno lasciato gli avi

Siria
ora ti vedo sofferente
e penso alla guerra
che ha violato la mia culla
a quelle bombe che hanno profanato la mia scuola.
e quei coltelli
che hanno macchiato di sangue le strade
che hanno nutrito i miei pensieri
penso
a quell’incendio che ha reso cenere
i giardini dei miei primi amori.
penso
al tuo cielo nero che piange sangue
ai tuoi fiumi musicante
e alle tue valli che ora
gridano dolore e morte

Siria
i tuoi palazzi incastonati come diamanti
ora sono piegati in basso,
sventrati e cadenti.
vedo
il tradimento di tante nazioni che hai amato
hanno distrutto
e macchiato di sangue il libro della tua storia
hanno deturpato il viso della tua Zenobia
e cancellare il tempio delle tue antiche divinità.

Siria
sei l’oasi che ha sfamato e dissetato i viaggianti
e ora ti hanno assetata e affamata
sei la terra delle religioni
e ti hanno dissacrata e profanata

Siria
fiore secolare nel deserto
tenace, dignitosa e accogliente
hai ospitato Assiri, Aramei e Babilonesi
Greci, Romani e Bizantini
Tutti ti hanno violata, poi
ti hanno rispettata e amata
Dolce la mia Siria
Questi falsi e sanguinari terroristi
ti hanno ferita,
ti hanno calpestata e distrutta
e hanno fatto disperdere la tua gente
presto
quel fiore del deserto rispunterà ancora
con maggiore vigore e bellezza
al passare
della tempesta.

Jean Bassmaji

Partenza

Stamattina il cielo è grigio, uniforme ma grigio, come se fosse triste per la nostra partenza. Sono sceso verso il lago per stare un po’ con me stesso, meditare e cogliere i pensieri che attraversano la mia mente e cercare di fermarli su questo foglio e datare gli avvenimenti di questo viaggio.

Sono felice per il ritorno e triste per la partenza, per il dover di lasciare qui molte delle mie radici estirpati dalla madre patria. Molti erano giovani quando sono emigrati in Svezia fuggendo la miseria e alla ricerca di un futuro migliore.

Mia madre all’età di 80 anni costretta a cambiare vita per stare vicino ai figli. I miei due fratelli, Jack di grande talento musicale costretto a studiare scienze agricole in un paese ( la Siria) in eterno clima di guerra, fuggito alla ricerca di se stesso in un paese ambito da tanti. Arrivato in Svezia anni novanta, il clima difficile e la gente senza pensieri. Lo stato risolve ogni tuo problema tranne il problema esistenziale che è al massimo della precarietà.

Dopo un matrimonio fallito e l’impossibilità di trovare la sua strada artistica, non riuscendo ad adattarsi alla nuova società piatta e scolorita, la vita in un paese che non ti fa pensare a niente. Pian piano si è chiuso in se stesso e cadde in depressione profonda che lo ha divorato e annullando ogni sua ambizione e la voglia di affermarsi. In Svezia trovi tutto pronto e non devi scomodarti per cercare il tuo percorso di vita e se lo vuoi fare soccombi.

Mio fratello Jack, un ragazzo di gran bella presenza e vasto progetto artistico, è stato costretto a fermarsi, a rassegnarsi. Un giovane ribelle che si trova prigioniero del progresso sociale e di una società che vuole pensare per te, decidere il tuo percorso e costringerti a non preoccuparti di nulla tanto da farti divorato da una grave forma di depressione.

L’altro fratello molto giovane, ha potuto navigare meglio resistendo pochi anni poi è partito per la Spagna dove ha costruito la sua fortuna. I miei cugini, gente semplice emigrati in Svezia nel 1976, con una cultura di base molto bassa fuggiti dalla miseria alla ricerca di un futuro migliore.

Tutte le volta che li incontro, mi sento un’altra persona. Ritorno a vivere il mio passato di adolescente in Siria con loro, in una cittadina mite e piena di difficoltà. In Svezia sembrano felici perché hanno lasciato dietro un passato di fatica e miseria e trovato una sicurezza sociale, un lavoro tranquillo come sarti, non faticoso e redditizio. Con loro si parla della felice e disordinata vita fatta tanto tempo prima in Siria della gioia di ricordare gli amici e i luoghi di incontro e di gioco. Semplici discorsi e pettegolezzi senza grande pretesa.

Loro senza cultura di valore, scappati dalla miseria o dalla guerra, arrivati senza ambizioni per trovare il loro futuro che viaggia comodo ma piatto; non diverso del loro presente. I discorsi sono principalmente banali, che si limitano attorno il buon piatto che hanno mangiato, o attorno a notizie e pettegolezzi su quello che è morto o su quello che si è ammogliato e generato. Niente politica, nessun problema esistenziale neanche un pensiero per il futuro che hanno già scelto e neanche un rammarico per il paese d’origine cha hanno lasciato. Forse perché hanno scoperto che la rassegnazione in un paese cosi perfetto è fondamentale. Non tentano di indagare sul senso della loro vita, rifiutano di navigare nella tristezza della diaspora ma usufruiscono del massimo di quello che offre questo paese perfetto, anche se ti toglie l’anima.

Jean Bassmaji

Domani

Oggi è l’ultimo giorno e domani sarà un altro giorno
ritorneremo a casa nostra
torneranno i problemi del lavoro, le difficoltà familiare e
quelli esistenziali
dove la mia anima rimane incollata a me.

Perché l’anima delle persone è il capitale
che non si po’ giocare nella borsa della vita
l’anima è il pane quotidiano della tua felicità e della tua tristezza.
l’anima è quella che consola la tua sofferenza.
l’anima è il fertilizzante dei tuoi affetti e l’essenza del profumo del tuo giardino.
l’anima è l’energia che fa battere forte il tuo cuore.

Quando ti abbandona l’anima
di te rimane soltanto la cenere,
residuo della tua inutile esistenza e
quando ti accompagna nel tuo ultimo viaggio nella vita
sulla terra
rimane eterna la tua storia.

Jean Bassmaji