Editoriale

Movida, sì ai controlli: no alla militarizzazione del centro storico

30 maggio 2020 | 11:25
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Movida, sì ai controlli: no alla militarizzazione del centro storico

L’apericena è stata trattata come un problema di ordine pubblico. Non crediamo sia la strada giusta e auspichiamo una vigilanza meno invasiva in futuro

REGGIO EMILIA – Diciamolo subito. Le immagini della lunga fila di macchine di carabinieri all’inizio della via Emilia e della decina di mezzi delle forze dell’ordine parcheggiate in piazza Fontanesi, sono scene che potevano essere tranquillamente risparmiate alla nostra città.

Quella che è andata in scena ieri sera è un’esibizione di forza muscolare che è in piena contraddizione con il comportamento responsabile che è stato tenuto dai reggiani negli oltre due mesi di lockdown e anche con la parole del sindaco Vecchi che ieri ha riconosciuto come i nostri concittadini “sono stati particolarmente attenti, rigorosi e collaborativi nella fase del lockdown”. Aveva aggiunto il primo cittadino: “Confidiamo sul fatto che i giovani, che già hanno dato prova di responsabilità, e i frequentatori dei locali in generale sapranno comportarsi in modo responsabile nelle prossime settimane”.

Le immagini viste ieri contraddicono il credito di fiducia aperto dal sindaco e vanno più in una direzione autoritaria della gestione del fenomeno del divertimento dei reggiani. Sappiamo che quello che è successo ieri sera è stata una reazione agli eccessivi assembramenti visti nel fine settimana precedente. Era chiaro, dunque, che qualcosa andava fatto, perché non si potevano ripetere quelle scene. Ma è stato fatto nel modo sbagliato a nostro parere, dato che si potevano mettere in campo controlli con più discrezione e fiducia nei cittadini.

Nel video che abbiamo girato ieri sera un ragazzo dice: “Sembra di essere a un derby fra Reggiana e Parma”. E’ una buona sintesi di quello che è successo. I giovani reggiani, che sono usciti per bere un aperitivo e fare due chiacchiere ieri sera, sono stati controllati, non senza qualche imbarazzo, immaginiamo, da parte di militari e agenti, quasi come gli ultras di una partita di calcio. L’apericena è stata trattata come un problema di ordine pubblico. Non crediamo sia la strada giusta e auspichiamo controlli meno invasivi in futuro.

Paolo Pergolizzi