L’assassino di Franca Ganassi non potrà essere estradato

13 maggio 2020 | 16:58
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L’assassino di Franca Ganassi non potrà essere estradato

Il 44enne marocchino Mustapha Bouzendar sarà giudicato nel suo paese e verrà condannato a morte, ma la pena verrà commutata nel carcere a vita

REGGIO EMILIA – L’assassino di Franca Ganassi, il 44enne marocchino Mustapha Bouzendar, non potrà essere estradato in Italia. La conferma arriva da Alberto Landolfi, magistrato di collegamento in Marocco, che ha citato un accordo fra i due paesi che non consente l’estradizione degli imputati, ma permette di ottenere per loro la stessa condanna che gli verrà comminata in Italia dove si terrà comunque il processo. Ha detto Landolfi, in videocollegamento da Rabat: “Il Marocco per questo tipo di reati (l’accusa per il 44enne è di omicidio volontario, tentata violenza sessuale e rapina aggravata) prevede la pena di morte. Tuttavia questa non sarà eseguita e sarà commutata, probabilmente, nel carcere a vita che sarà la condanna che penso subirà in Italia”.

Alla videoconferenza hanno partecipato, oltre a Landolfi, anche il tenente colonnello Emilio Bosini, che ha condotto le indagini e il tenente colonnello Stefano Bove comandante del reparto operativo dei carabinieri di Reggio Emilia. Ha detto Bove: “Avevamo raccolto centinaia di reperti biologici non solo in provincia di Reggio, ma in tutta Italia per essere comparati con le tracce di Dna trovate sulla vittima. La svolta è stata nel maggio dell’anno scorso quando il dottor Landolfi ha ricevuto notizia della possibilità che un marocchino, che era ritornato in patria, potesse essere l’autore dell’omicidio”.

Ha spiegato Landolfi: “Mi sono giunte notizie relativamente a questa vicenda ed erano molto circonstanziate e indicavano in Mustapha Bouzendar l’autore del delitto. L’ho identificato e ho comunicato tutto alla procura di Reggio. Le autorità del regno del Marocco sono state molto collaborative. I carabinieri sono venuti qui a Casablanca e hanno lavorato con la polizia marocchina per il prelievo del Dna che è avvenuto con una sigaretta e una tazzina di caffè. I risultati non hanno dato esito a dubbi. Lui, comunque, sarà giudicato anche in Italia. In Marocco sarà molto probabilmente condannato a morte, ma la pena non sarà eseguita, perché sarà mia cura fare sì che venga commutata con il carcere a vita”.

Il movente dell’omicidio è stato a sfondo sessuale. Fra l’altro il 44enne marocchino ha dei precedenti per aver aggredito la moglie con un coltello. L’uomo è stato interrogato dalle autorità marocchine, ma, al momento, non si sa quello che ha detto agli inquirenti. Da quello che si è potuto ricostruire, dopo circa un anno dall’omicidio, Mustapha è tornato in Marocco, nel febbraio del 2006 e da allora è vissuto a Casablanca con la sua famiglia.

La sua vita sarebbe andata avanti indisturbata se, a un certo punto, Landolfi non avesse ricevuto la segnalazione che un cittadino del Marocco, che aveva ammazzato una persona a Scandiano, era stato ospite di una famiglia marocchina, di Casablanca, che ancora abitava in quel paese. Il magistrato, a quel punto, ha trasmesso la notizia alla procura di Reggio nel maggio dell’anno scorso. Il sostituto procuratore Maria Rita Pantani l’ha ricevuta e ha iniziato le indagini con particolare attenzione ad alcune famiglie marocchine di Scandiano.

Durante un’intercettazione una di queste famiglie ha fatto un nome e un cognome che, appunto, corrispondevano all’attuale imputato. Il dato è stato portato al vaglio della polizia marocchina e poi i carabinieri di Reggio Emilia sono andati a Casablanca per prelevare il Dna al 44enne marocchino. Il reperto, confrontato con il Dna che era stato trovato sulla gonna della vittima, ha dimostrato che il profilo genetico era lo stesso.

Prima di dare la notizia alla stampa sono state informate le due sorelle, ancora vive, di Franca Ganassi. Per loro, almeno, la soddisfazione che l’assassino non è rimasto impunito.