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La protesta dei trasportatori a clacson spiegati: “Aiutateci o falliremo”

21 maggio 2020 | 12:34
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La protesta dei trasportatori a clacson spiegati: “Aiutateci o falliremo”
La protesta dei trasportatori a clacson spiegati: “Aiutateci o falliremo”
La protesta dei trasportatori a clacson spiegati: “Aiutateci o falliremo”
La protesta dei trasportatori a clacson spiegati: “Aiutateci o falliremo”
La protesta dei trasportatori a clacson spiegati: “Aiutateci o falliremo”
La protesta dei trasportatori a clacson spiegati: “Aiutateci o falliremo”

Stamattina un corteo con circa 25 pullman è partito dallo stadio Mapei ed è arrivato, a passo di lumaca, fino in centro

REGGIO EMILIA – Pullman a clacson spiegati e cartelli di protesta. Gli imprenditori reggiani del settore trasporto persone, aderenti al consorzio Cna Fita, bloccati dalla fine di febbraio, hanno deciso di far sentire la loro voce con una manifestazione pacifica: stamattina un corteo con circa 25 pullman è partito dallo stadio Mapei ed è arrivato a passo di lumaca fino in centro (foto e video Giuseppe Bucaria).

I mezzi hanno poi invaso la circonvallazione cittadina e cinque di questi sono entrati in centro storico percorrendo la via Emilia per poi uscirne. Reggio Sera, che ha seguito la partenza della manifestazione, ha intervistato uno dei trasportatori che rappresenta bene lo spirito degli imprenditori che hanno dato vita a questa pacifica, ma decisa protesta.

Dice Jonatan Giglioli, proprietario della Gam Viaggi: “Io ho dei pullman da turismo e, da tre mesi, non abbiamo più la possibilità di fare servizi. Quanto ci abbiamo rimesso? Faccia conto che perdiamo 150mila euro al mese e quindi sono circa 450mila euro. Il problema è che non sarà una cosa veloce, perché i servizi non ripartiranno velocemente e poi dovremo caricare la metà delle persone, con le nuove normative, rischiando di lavorare in perdita”.

Gilioli fa delle richieste al governo per sostenere il settore: “Credo che ci sia bisogno di incentivi a fondo perduto tutti i mesi e di trovare presto una soluzione per farci lavorare. Consideri che abbiamo una trentina di pullman e che anche quelli che fanno servzio scolastico sono fermi. Il decreto precedente ci aveva dato sovvenzioni anche se non facevamo questo servizio, ma quello nuovo le ha tolte. Fra l’altro noi abbiamo pure anticipato la cassa integrazione ai dipendenti”.

E conclude: “Siamo in difficoltà, perché non vediamo una soluzione. Capiamo il motivo per cui siamo stati fermati, ma se non ci fanno lavorare ci devono dare la possibilità di sopravvivere o incentivi per pagare i mezzi in leasing, altrimenti falliremo”.

Un altro degli imprenditori coinvolti, Tiziano Borghi, dice: “Semplicemente non abbiamo lavoro, da marzo fatturiamo zero, tutti gli altri hanno incominciato a lavorare lunedi’ e noi no”. In piu’ “siamo invisibili perche’ il Governo nel decreto Rilancio non ci cita e nella filiera del turismo arriva solo fino alle spiagge”. Ma, si infervora Borghi, “noi ci siamo, esistiamo da anni, siamo delle aziende sane di imprenditori locali, con dipendenti, che hanno voglia di andare avanti e che alla fine dell’anno se hanno un euro lo spendono per comprare un altro bus”.

Ora pero’ “non abbiamo liquidita’ per andare avanti, i nostri dipendenti sono in cassa integrazione a 600 euro al mese (prevista al momento fino a meta’ giugno, ndr) e tra poco ci diranno che cercheranno altri lavori: qualcuno e’ gia’ andato a fare il camionista”.

Oltre alla possibilita’ di partecipare ai tavoli nazionali di contrattazione, quindi, i titolari reggiani delle attivita’ di trasporto persone (che comprendono anche i servizi di noleggio con conducente), chiedono agevolazioni economiche concrete e tempestive. Tra le proposte “finanziamenti a fondo perduto per tutti i mesi che non fatturiamo” e dilazione di sei mesi sulle tasse che, dice Borghi “vogliamo pagarle, ma quando siamo in condizione di farlo perche’ abbiamo lavorato”. Serve anche “tanta fortuna, perche’ secondo me ne avremo bisogno”, conclude l’imprenditore.

La protesta “civile e costruttiva” incassa il pieno appoggio della Cna reggiana a fianco dei lavoratori “ormai molto stanchi, arrabbiati e delusi”. In primo luogo, sottolinea il direttore generale dell’associazione Azio Sezzi, “occorre un sostegno in termini di liquidita’ per fare fronte ad una situazione che si trascina ormai da troppo tempo, visto che il virus e’ scoppiato nel periodo clou per queste attivita’, cioe’ quello delle gite scolastiche”. Una proposta che arriva dall’associazione e’ poi quella “di integrare il trasporto pubblico, che avra’ sicuramente una nuova organizzazione legata al fatto che le persone che potranno salire sui mezzi saranno di meno, con l’offerta dei mezzi privati”. Una flotta, sottolinea Sezzi, “verde, molto moderna ed efficiente che potrebbe andare a integrare l’offerta di mobilita’ attualmente fornita dai Comuni”.

Impegno ribadito dal presidente Cna Fita Sante Zambelli e dalla responsabile dell’Unione Nilde Montemerli, che hanno sottolineato come l’Associazione è vicina alle imprese ed è pronta a scendere in piazza con loro per essere letteralmente al fianco delle piccole e medie imprese. Le imprese associate a Cna Fita hanno complessivamente circa 150 pullman e altrettanti dipendenti, oltre ai titolari e ai soci. In media un pullman, a seconda dell’anno di immatricolazione, vale circa 200.000 euro. Un patrimonio importante, dunque, che da oltre due mesi non produce fatturato.

Alla manifestazione hanno aderito le aziende di autonoleggio: Franceschini Walter; F.LLi Panizza Snc di Panizza Paolo e A.; Fontana Srl; Azzimondi Bus Sas; Borghi Arnaldo; Europullman Snc di Gaspari Paolo e C.; Fantini noleggio bus Srl; G.A.M. Trasporti Srl; Montermini Srl; Soncini e Artoni Snc; Val D’Enza Tours Snc; Montecchi Katia; Kodra Rustem.