La Cna: “Follia paragonare il Covid a un infortunio sul lavoro”

8 maggio 2020 | 16:03
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La Cna: “Follia paragonare il Covid a un infortunio sul lavoro”

Giorgio Lugli (CNA): “Urgente escludere la responsabilità degli imprenditori nel caso un dipendente contragga il coronavirus”

REGGIO EMILIA – “Prevedere che il Covid 19 sia un infortunio sul lavoro, e quindi lasciare spazio all’ipotesi di una responsabilità degli imprenditori, con le relative conseguenze penali, non solo è sbagliato, ma addirittura folle: nessuno, può essere chiamato a rispondere di un rischio generico di salute del quale non può controllare la fonte”.

È una bocciatura senza appello quella che Giorgio Lugli, presidente di Cna Reggio Emilia, fa dell’articolo 42 del decreto “Cura Italia” 18/20, quello che riconosce il coronavirus come infortunio anche in luoghi di lavoro non sanitari. “Le imprese stanno già sostenendo tanti costi per garantire la sicurezza sul lavoro: mascherine, termoscanner, analisi sierologiche, divisorie in plexiglass, e la nostra associazione sta sostenendo gli imprenditori nelle iniziative mirate a garantire la salute, in particolare applicando e rispettando i Protocolli condivisi di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento del virus Covid-19, attraverso la promozione di webinar informativi sulle misure igienico-sanitarie da adottare e attraverso il progetto “Ripartire in sicurezza” che raggruppa oltre 50 aziende della provincia che hanno riconvertito l’attività per produrre DPI e altri DM, fornire servizi di sanificazione e altri prodotti per contenere la diffusione del virus”.

“È indispensabile – continua Lugli – introdurre una misura legislativa che escluda la responsabilità degli imprenditori nel caso un dipendente contragga il Coronavirus. Lo prevede la direttiva europea datata 12 giugno 1989 che consente agli Stati di escludere la responsabilità dei datori di lavoro per atti dovuti a circostanze estranee, anormali, imprevedibili, eccezionali, le cui conseguenze non avrebbero potuto essere evitate nonostante tutta la diligenza possibile. Il decreto Cura Italia di maggio, in discussione in questi giorni, è l’occasione giusta per farlo”.

“Le attività economiche non possono riprendere serenamente lasciando artigiani e imprenditori nello stato di incertezza giuridica. Solo un intervento legislativo – conclude il presidente Cna – potrebbe consentire alle imprese di lavorare nel rispetto delle regole e senza temere un’attribuzione di responsabilità non dovuta”.