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Islam, l’Ucoii attende la riapertura delle moschee

8 maggio 2020 | 12:36
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Islam, l’Ucoii attende la riapertura delle moschee

L’Ucoii esprime “la sua soddisfazione per le decisioni assunte dal Governo in merito alla ripresa delle attività religiose nei luoghi di culto”

REGGIO EMILIA – La direzione nazionale dell’Ucoii (L’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia) “è certa di interpretare il sentimento generale dei musulmani in Italia esprimendo la sua soddisfazione per le decisioni assunte dal Governo in merito alla ripresa delle attività religiose nei luoghi di culto”.

Scrive l’Ucoii: “La possibilità di riaprire moschee e sale di preghiera, pur nel più scrupoloso rispetto delle norme indicate dal protocollo redatto dal Ministero dell’Interno, giunge a sanare un vulnus doloroso che era stato deciso nel quadro delle misure di contenimento della pandemia in atto”. L’Unione infatti partecipa assieme alle altre sigle religiose non cattoliche al tavolo indetto dal Dipartimento per le Libertà Civili del Ministero dell’Interno per la definizione della nuova fase due per le organizzazioni religiose.

L’Ucoii, in attesa di sapere dal Governo la data per la riapertura delle sale preghiere e delle moschee, tuttavia sottolinea “la specificità della comunità musulmana che prevede le modalità di culto congregazionali e che sta vivendo la sensibile e particolare ritualità del mese di Ramadan. Inoltre, sarà necessario al più presto dare delle risposte chiare sulla celebrazione dell’importante festività di Eid Al Fitr (la festa della fine del Ramadan, ndr) prevista per il 24 maggio. Per questo ci auguriamo che oltre alla celerità che dovrà avere questo percorso indetto dal Governo ci possa essere già da subito anche una più ampia collaborazione da parte delle autorità locali con le nostre realtà di base nel concedere quegli spazi esterni e guidare le stesse comunità alla realizzazione della libertà di culto nella massima tutela possibile”.

Un altro invito di responsabilità invece, l’Unione lo rivolge a tutte le comunità di musulmani in Italia, per conformarsi diligentemente alle norme evidenziate nei protocolli governativi o a valutare, nel caso non fosse possibile, di mantenere chiuso il proprio centro.