“Io li conosco i domani che non arrivano mai” e “Eravamo e siamo”

28 maggio 2020 | 18:47
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“Io li conosco i domani che non arrivano mai” e “Eravamo e siamo”

“Scrittori silenziosi” è una rubrica giornaliera, offerta da Reggio Sera per pubblicare i pensieri, le sensazioni e le riflessioni dei reggiani in questo periodo

REGGIO EMILIA – “Scrittori silenziosi” è una rubrica giornaliera, offerta da Reggio Sera per pubblicare i pensieri, le sensazioni e le riflessioni dei reggiani, mentre sono costretti, in questo tragico periodo, all’isolamento totale.

Argomenti – racconti e poesie
Hai scritto un breve racconto o una o più poesie? Hai descritto un evento personale, il tuo stato d’animo durante questa solitudine? Hai raccontato il tuo dolore o la tua gioia per qualche felice occasione, per la guarigione di qualcuno, per un amore spuntato o separazione dolorosa o per un lieto incontro o triste perdita?

Invia il tuo scritto per mail a bassmaji.jean@libero.it. Oggetto: Scrittori Silenziosi. Non inviare a Reggio Sera.

Io li conosco i domani che non arrivano mai

Io li conosco i domani che non arrivano mai
Conosco la stanza stretta
E la luce che manca da cercare dentro

Io li conosco i giorni che passano uguali
Fatti di sonno e dolore e sonno
per dimenticare il dolore

Conosco la paura di quei domani lontani
Che sembra il binocolo non basti

Ma questi giorni sono quelli per ricordare
Le cose belle fatte
Le fortune vissute
I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci

Questi sono i giorni per ricordare
Per correggere e giocare
Si, giocare a immaginare domani

Perché il domani quello col sole vero arriva
E dovremo immaginarlo migliore
Per costruirlo

Perché domani non dovremo ricostruire
Ma costruire e costruendo sognare

Perché rinascere vuole dire costruire
Insieme uno per uno

Adesso però state a casa pensando a domani

E costruire è bellissimo
Il gioco più bello
Cominciamo..

Ezio Bosso

Eravamo e siamo

E ci siamo alzati traballanti, confusi e stanchi
con la voglia di uscire e di correre
con la paura di ritornare come prima,
uomini soli, indifferenti e distratti.

l’isolamento ha rapito l’io nostro
ci ha fatto notare l’altro
quello che sempre è stato nei paraggi,
quello che non faceva parte del nostro mondo.

sì quello:
quello che si affacciava dal balcone di fronte
quello che innaffia i suoi fiori cantando
quello che gioiva per un nuovo nato e
gridava dolore e sofferenza per un caro che se ne va

sì quello,
per noi non c’era prima dell’isolamento
non vedevamo i disperati attorno
non salutavamo nessuno che si affacciava di fronte e
non si salutava nessuno e non cantavamo in gruppo e
non facevamo il chiasso
non suonavamo insieme con le pentole per sentirci in compagnia.

Tutto perché per noi non c’era l’altro
e basta.
Ora?
ci alziamo traballanti, confusi e stanchi
con le finestre e porte aperte tutte
per non sentirci soli

ci promettiamo come in preghiera
che saranno nostri
le gioie e i dolori di tutti gli altri
perfino amiamo con rispetto
chi ha fatto strage dei nostri amici e parenti e
dilaniato i nostri ricordi e
rapito i nostri affetti.

Jean Bassmaji