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Il Comune di Brescello alla Commissione: “Stop alle accuse, vogliamo le scuse”

11 maggio 2020 | 10:31
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Il Comune di Brescello alla Commissione: “Stop alle accuse, vogliamo le scuse”

Il sindaco Elena Benassi dopo le accuse di Anpi, Ausel, Cgil, Cisl, Istituto Cervi, Libera e Agende rosse: “Riprenderemo il confronto avviato se dismetterete i panni degli accusatori”

REGGIO EMILIAÈ pervenuta al Comune di Brescello una lettera, che si scopre poi essere stata divulgata a mezzo stampa, contenente dure accuse all’Amministrazione Comunale per non avere corrisposto alle richieste formulate da alcune associazioni in merito allo svolgimento del funerale di P. P. e per avere indirizzato a cittadini, artigiani, commercianti e professionisti di Brescello una lettera di messa in guardia contro le possibili infiltrazioni di usurai e ‘ndranghetisti nel tessuto sociale ed economico, già indebolito dalla crisi che stiamo attraversando. Lettera – a dire dei firmatari – destinata a “rimanere solo sulla carta”.

I mittenti della missiva indirizzata alla Sindaca di Brescello sono tutti membri della Commissione mista per la Legalità istituita dal Comune nell’estate 2018; e sono stati invitati a farne parte per condividere un cammino finalizzato alla presa di coscienza piena da parte dei cittadini del nostro territorio circa le modalità delle infiltrazioni scoperte e provate dalle indagini “Aemilia” e “Grimilde” e circa i rischi che quotidianamente si presentano in questo ambito.

In questi due anni il Comune di Brescello ha operato su questo terreno con una quotidianità di impegno non sbandierata, ma che ne ha permeato costantemente l’azione, stabilendo rapporti proficui con la Prefettura, la Questura, le forze dell’ordine e tutti quei soggetti a cui compete la vigilanza e il presidio del territorio. Nell’assumere le nostre decisioni ci siamo costantemente confrontati con i Comuni dell’Unione Bassa Reggiana, con i quali stiamo condividendo passaggi importanti per dare concretezza al contrasto all’infiltrazione mafiosa.

Il percorso svolto è chiaro e inequivocabile, se lo si guarda senza alcun pregiudizio o senza la presunzione di chi si ritiene investito del compito di assegnare patenti di legalità a questo o quel soggetto, a questa o quella istituzione.

Nel rispondere alla lettera ricevuta, circa il primo punto, si rammenta che il Comune di Brescello ha emanato un’ordinanza in materia di polizia mortuaria, in attuazione alle disposizioni indicate nella circolare del Ministero della Salute n. 0011285 del 01/04/2020, con la quale, oltre a regolamentare la gestione delle salme e a confermare la chiusura dei cimiteri al pubblico (già prevista da ordinanza sindacale n. 10 del 20/03/2020) si limitava, diversamente da prima, l’accesso al cimitero a dieci persone, ivi compresi gli addetti alle pompe funebri e l’eventuale sacerdote officiante. Questa ordinanza, assunta e concordata con i Comuni della Bassa Reggiana, è stata formulata in ottemperanza alle ordinanze ministeriali e regionali.

L’ordinanza evidentemente andava rispettata per tutti i decessi ed esequie che si sarebbero svolte sul territorio comunale e da subito l’Amministrazione si è adoperata affinché la Polizia Locale e le forze dell’ordine ne avessero piena conoscenza. Nel corso dello svolgimento del funerale citato nella missiva si è verificata un’infrazione, che è stata prontamente gestita dalle forze dell’ordine presenti. La Sindaca di Brescello, con interviste rilasciate alla stampa locale è stata la prima a stigmatizzare, a nome di tutta l’Amministrazione Comunale, i fatti accaduti e gli atteggiamenti perpetrati in quel frangente, ben prima che Libera o Agende Rosse “pretendessero” prese di posizione, senza aver messo in atto alcun dialogo collaborativo con il Comune di Brescello.

Questo fervore accusatorio non ci risulta essere messo in atto nei confronti di chi non si è costituito parte civile nel processo per gli omicidi di ‘ndrangheta del 1992 e neppure si costituirà nell’udienza preliminare del procedimento “Grimilde”. Questi soggetti sono gli stessi, che con fare ossequioso hanno chiesto a Reggio Emilia la possibilità di intensificare gli incontri della Consulta per la Legalità, che dall’estate 2018 a inizio 2020 aveva svolto tre sole riunioni. Viene il sospetto, che a seconda degli interlocutori, l’atteggiamento sia intransigente o servile a seconda degli interessi, anche solo di visibilità, che nelle diverse sedi si possono conseguire.

Così nei confronti del Comune di Brescello non ci si fa scrupolo di tacciare la lettera di metà aprile di essere un documento di facciata, a meno che non si sia pronti a produrre giustificazioni. Giustificazioni che peraltro risultano di dubbia utilità, perché potrebbero pregiudicare il lavoro che quotidianamente si va svolgendo.
Serve dire che, in questi giorni, un cittadino che si è sentito truffato sul piano economico si è rivolto al Comune per avere sostegno nel far valere i propri diritti? Serve segnalare l’appoggio dato a un nucleo familiare a cui, in questo frangente, è stato negato un mutuo finalizzato a risolvere il problema della casa? Serve sapere che, in questo caso, ci siamo mossi fino a coinvolgere la sede centrale di Milano di questo istituto di credito? Se serve, bene, ma sappiate che saranno le ultime informazioni di questo genere che siamo disponibili a fornirvi.

Vi diciamo invece della condivisione espressa a proposito della lettera di metà aprile da parte del prof. Nando Dalla Chiesa, che vi ha visto “un punto di incontro tra la nuova amministrazione e il (proprio) lavoro”. Vi diciamo che con lo stesso prof. Dalla Chiesa stiamo lavorando alla costruzione di una sezione antimafia della Biblioteca Comunale di Brescello. Vi diciamo che, in contatto diretto con i curatori dei beni confiscati alla ‘ndrangheta nel territorio di Brescello, stiamo lavorando affinché gli stessi immobili possano essere riconsegnati alla comunità locale per usi collettivi.

È sulla base di questo lavorio continuo che riteniamo di non poter essere costantemente posti sul banco degli accusati; soprattutto da chi non ha ragioni per farlo, ma da quasi due anni ha rallentato i lavori della Commissione mista per la Legalità sollevando continuamente cavilli ed eccezioni che non sono stati certo di aiuto al suo funzionamento.

E allora, a questo punto, è il Comune di Brescello a chiedervi, Anpi, Auser, Cgil, Cisl, Istituto Cervi, Libera e Agende Rosse quale sia il vostro intento: siete ancora disponibili a compiere con noi il cammino che vi abbiamo chiesto di percorrere? Sapendo, in modo chiaro, che per la nostra Amministrazione Comunale il tema della legalità e il contrasto alle infiltrazioni della malavita organizzata costituisce una priorità dichiarata che è stata e sarà ancora praticata con coerenza, indipendentemente dalla vostra risposta.

Se rinnovate questa disponibilità, l’Amministrazione è disponibile a riprendere il lavoro avviato, pur fra mille difficoltà, nell’autunno 2018, con due sole istanze: la prima che dismettiate i panni degli accusatori per farvi carico di un lavoro concreto e proficuo; la seconda che valutiate l’opportunità – per noi evidente – di porgerci le vostre scuse a seguito delle accuse sollevate nella vostra lettera dell’8 maggio scorso.

Elena Benassi, sindaco di Brescello