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Coronavirus, le donne della Fiom: “La fase 2 non ci penalizzi”

4 maggio 2020 | 16:12
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Coronavirus, le donne della Fiom: “La fase 2 non ci penalizzi”

Il sindacato: “Servono più misure per la cura dei minori con le scuole chiuse”

REGGIO EMILIA – Le fabbriche aperte, ma le scuole ancora chiuse preoccupano le donne della Fiom-Cgil di Reggio Emilia. In un ordine del giorno approvato dall’assemblea generale del sindacato (andata in scena il 29 aprile), le lavoratrici metalmeccaniche sollecitano infatti misure per aiutarle a conciliare il rientro al lavoro e la famiglia.

“Prendiamo atto dell’orientamento suggerito dalla comunita’ scientifica nel rimandare la riapertura delle scuole, ma siamo molto preoccupate degli effetti e delle ricadute sull’occupazione femminile se questa strada non prevedera’ un percorso parallelo di sostegno ai minori, agli studenti, alle famiglie ed in particolare alle donne”, si legge nel documento sindacale.

“E’ infatti argomento noto – prosegue l’ordine del giorno – che i carichi familiari di cura verso i figli, i disabili e gli anziani ricadano ancora quasi esclusivamente sulle spalle delle donne e che questo avveniva anche prima della diffusione del coronavirus”.

A questo proposito, dicono le metalmeccaniche, “riteniamo insufficienti gli strumenti proposti fino ad ora: non bastano 15 giorni di congedo parentale o bonus una tantum per baby sitter. Significa solo procrastinare il problema di qualche settimana, anche perche’ il protrarsi del distanziamento ha annullato (per chi lo aveva) il supporto e il sostegno dei nonni non conviventi”.

Ad amministrazioni locali, regionali e al governo le donne della Fiom di Reggio Emilia chiedono pertanto “un piano di strumenti, con costi sostenibili, che garantiscano la tutela della salute dei minori, comprensivo di progetti educativi a loro rivolti, perche’ questi mesi hanno azzerato la loro socialita’ e modificato il loro sviluppo psicofisico, associati ad un ulteriore periodo di congedo parentale indennizzato al 100% che preveda una parte di fruizione obbligatoria per i papa’ e che dia garanzia di copertura fino alla ripresa scolastica”. Perche’ “non vogliamo – concludono – che una pandemia mondiale diventi un altro problema di genere e una drammatica questione di classe”.