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Coronavirus, il grido dei commercianti: “Fateci lavorare”

4 maggio 2020 | 15:57
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Coronavirus, il grido dei commercianti: “Fateci lavorare”

In duecento hanno protestato in corso Vallisneri a Scandiano: “Se chiudono le partite Iva, cadrà tutto il sistema”. Il sindaco Nasciuti: “Il governo deve ascoltarli”

SCANDIANO (Reggio Emilia) – “Fateci lavorare, siamo pronti”. Circa 200 commercianti, distanziati, con tanto di mascherine, si sono trovati in corso Vallisneri a Scandiano per protestare contro il provvedimento del governo che ha previsto l’apertura dei negozi per il 18 maggio, mentre quella dei ristoranti, dei bar e di altre attività è in programma per il 1° giugno. Una loro rappresentante ha incontrato il sindaco, Matteo Nasciuti e gli ha consegnato una lettera (foto e video di Giuseppe Bucaria).

Ha detto Tamara Guidetti al sindaco: “Siamo qui a protestare perché non ci vogliono fare aprire. Abbiamo famiglie da mantenere. Questa è una protesta pacifica, con la mascherina, non c’è nessun assembramento. Siamo nella totale legalità. Vogliamo lavorare, perché è un diritto sancito dalla Costituzione italiana. Siamo qui per rivendicare il diritto al lavoro, perché l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Riapriremo in sicurezza, rispettando tutti i protocolli. La chiusura forzata per due mesi, che per alcuni diventaranno tre, porterà a un tracollo dell’economia locale e nazionale e al fallimento. Ci chiediamo perché questa discriminazione e perché siamo cittadini di serie B e non veniamo ascoltati. Abbiamo figli da mantenere, affitti e mutui da pagare. Come sopravviveremo? Ci vorrà tempo per tornare alla normalità. Le entrate saranno ridotte e serviranno solo per pagare le spese. Il governo ci deve aiutare lasciando lavorare le piccole realtà come le nostre che reggono il sistema italiano. Se chiudono le partite Iva, cadrà tutto il sistema. Fateci aprire prima che sia troppo tardi”.

L’ex sindaco di Scandiano per dieci anni, Alessio Mammi, da poco eletto consigliere regionale per il Pd, era in corso Vallisneri anche lui stamattina. Ha detto: “Bisogna dare segnali importanti verso il settore del commercio e farlo riaprire in sicurezza. Il governo deve lavorare per questa prospettiva e noi come Regione chiediamo di accelerare. Serve poi un grande piano economico nazionale. Mi auguro che nel decreto di maggio sia una risposta importante”.

Dopo di lui ha parlato il deputato del Pd, Andrea Rossi, pure lui sindaco per 10 anni di un Comune ceramico, quello di Casalgrande, che ha aggiunto: “Dopo l’apertura della fase due dobbiamo mettere nelle condzioni, rispettando le misure di sicurezza, di fare lavorare queste persone. Abbiamo superato la fase dell’emergenza. Ora siamo nella seconda fase in cui dobbiamo convivere con questo virus. Penso che dobbiamo coniugare la dimensione della responsabilità individuale con la ripartenza delle attività economiche”.

Infine il sindaco di Scandiano, Matteo Nasciuti, ha concluso: “Quello dei commercianti scandianesi è un grido di allarme di un tessuto economico con cui è stato intrapreso un dialogo. Come autorità locale non possiamo decidere le riaperture di questi esercizi, ma è un grido di allarme che il governo deve ascoltare. Come amministrazione comunale stiamo facendo il possibile, ma la decisione spetta a chi governa”.