“Sperare” e “Potremo dimenticare?”

11 aprile 2020 | 11:06
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“Sperare” e “Potremo dimenticare?”

“Scrittori silenziosi” è una rubrica giornaliera, offerta da Reggio Sera per pubblicare i pensieri, le sensazioni e le riflessioni dei reggiani, mentre sono costretti, in questo tragico periodo, all’isolamento totale

REGGIO EMILIA – “Scrittori silenziosi” è una rubrica giornaliera, offerta da Reggio Sera per pubblicare i pensieri, le sensazioni e le riflessioni dei reggiani, mentre sono costretti, in questo tragico periodo, all’isolamento totale.

Argomenti – racconti e poesie
Hai scritto un breve racconto o una o più poesie? Hai descritto un evento personale, il tuo stato d’animo durante questa solitudine? Hai raccontato il tuo dolore o la tua gioia per qualche felice occasione, per la guarigione di qualcuno, per un amore spuntato o separazione dolorosa o per un lieto incontro o triste perdita?

Invia il tuo scritto per mail a bassmaji.jean@libero.it. Oggetto: Scrittori Silenziosi. Non inviare a Reggio Sera.

Sperare

Sperare.
Sui nostri passi incerti
sul disorientamento
sulla inedita fragilità
sul naufragio della nostra potenza
sullo smarrito orizzonte
sul domani e sui giorni che verranno,
sul nuovo anno
su te che rimani
sulle tue braccia pronte
a recuperare assenza.
Che finisca la giostra
l’illusione dell’immortalità,
l’imbarbarimento.
E io voglio appartenerti
uomo,
e con te sperare.

Nazario D’Amato

Potremo dimenticare?

Potremo mai dimenticare le lunghe file di mezzi militari che trasportano le salme di tanti morti da non trovar posto nei cimiteri comunali?

Sono vittime di una guerra impari, con un nemico sconosciuto che non dà tregua e che colpisce senza pietà.
Sono morti soli, intubati, senza che nessuno dei propri cari li abbia potuti accompagnare,
con una carezza, una stretta di mano, un bacio, una benedizione e avere un degno funerale, in questo viaggio verso l’eternità.

Tutti abbiamo partecipato allo strazio di questi parenti con tanto dolore e preghiere.

Dio accoglierà certamente, tra le sue braccia misericordiose, queste anime. E’ l’unico pensiero che ci può consolare. troveranno la pace dopo così indicibili sofferenze?
Medici, infermieri, personale sanitario combattono a mani nude, come i soldati della prima guerra mondiale, per cercare di sconfiggere questo coronavirus micidiale che falcia vite umane con tanta facilità.
Non finiremo mai di ringraziare questi eroi dei nostri giorni che senza sosta lottano per salvare vite umane.

Tutti tappati in casa dobbiamo restare e uscire solo per le spese necessarie con mascherine e guanti per evitare il contagio.
Niente incontri, solo qualche fuggevole saluto da lontano. Scuole, uffici, negozi chiusi, piazze, strade vuote, le città sembrano abitate da fantasmi.
È un silenzio tombale che ci lascia sgomenti e con il fiato sospeso, aspettando che si trovi presto il rimedio per fermare questo flagello mondiale che non risparmia il genere umano.

Ancora un po’ di pazienza, tutto passerà, certo rimarranno ferite lente da rimarginare e cicatrici indelebili da cancellare. Allora una grande gioia esploderà, come la “quiete dopo la tempesta”. Ognuno tornerà al suo lavoro, apprezzando la libertà di muoversi senza condizioni, di frequentarsi, di partecipare alla santa messa e accostarsi alla comunione, senza paura di contagi,
si celebreranno matrimoni, battesimi, prime comunioni, feste di compleanno fin qui rimandati e si apprezzeranno anche le piccole cose.
Sembra un sogno, ma sarà una piacevole realtà.
Ritroveremo la nostra umanità’? Saremo tutti migliori?
Me lo auguro con tutto il cuore.

Luciana Gregorace Pultrone