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Rec: “Bambini 0-6 anni, assordante il silenzio delle Istituzioni”

26 aprile 2020 | 18:40
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Rec: “Bambini 0-6 anni, assordante il silenzio delle Istituzioni”

Reggio Emilia in Comune: “Le famiglie si sono trovate sole nell’affrontare l’impatto psicologico e organizzativo in un clima di poca chiarezza e molte accuse verso chi usciva dalla propria abitazione”

REGGIO EMILIA Queste settimane di chiusura forzata hanno colpito tutti, in particolare i bambini 0-6 anni e le loro famiglie che si sono trovate sole nell’affrontare l’impatto psicologico e organizzativo in un clima di poca chiarezza e molte accuse verso chi usciva dalla propria abitazione. Come gruppo politico, chiediamo che la Fase 2 si concentri non solo sulla riapertura in sicurezza ma su un progetto più ampio di cittadinanza. In un Comune che si dichiara “città delle persone” il silenzio delle Istituzioni – prima fra tutte l’Istituzione Nidi e Scuole dell’infanzia – è stato assordante. Chiediamo e riteniamo sia necessaria dare cittadinanza all’infanzia riconoscendone le esigenze educative e non solo scolastiche.

Nel documento “Una carte per tre diritti”, tra i diritti dei bambini leggiamo che devono essere “riconosciuti soggetti di diritti individuali, giuridici, civili, sociali: portatori e costruttori di  culture e pertanto partecipanti attivi all’organizzazione delle loro identità, autonomie e competenze attraverso relazioni e interazioni con i coetanei, gli adulti, le idee, le cose, gli eventi veri e immaginari di mondi comunicanti”. Diritto che a molti è stato negato non dando loro la possibilità di uscire da casa se non per brevi tragitti spesso in aree non adatte perché non verdi.

A Reggio Emilia, come in Emilia-Romagna, è stata chiesta una chiusura totale: niente parchi gioco, mobilità solo vicino a casa. Divieto che è stato mantenuto e rispettato. Eppure negli altri Paesi europei la gestione ha tenuto conto delle esigenze dei cittadini perché, sindaco e assessora, non tutti hanno balconi, giardini, orti e spazi in cui poter stare con i più piccoli. E spesso chi ha questi spazi, ha anche mezzi economici per dotarsi degli spazi virtuali utili alla socializzazione digitale.

La crisi generata da Covid19 ha mostrato che il sistema non è adatto a supportare le famiglie che hanno il compito di raccontare ai/alle bambini/e che il mondo esterno non è una minaccia ma ancora un posto accogliente. In una lettera del 14 aprile, rivolta ai genitori da parte dell’Istituzione Nidi e Scuole dell’infanzia si specifica che il personale, a casa forzatamente, ha continuato a lavorare anche per colmare il “vuoto che si è venuto creando ma anche perché il nido e la scuola possano essere nella “quotidianità un “luogo” di prossimità e di cura reciproca”. Eppure dopo tanti proclami, i nostri bambini e bambine, non hanno sentito in modo sufficiente a garantire la continuità pedagogica la presenza del team educativo. Il rimando alle attività online sul sito istituzionale non è una proposta a cui tutti hanno accesso. Un “fare” che noi tutti sappiamo ha poco valore se non accompagnato da un “esserci”.

I genitori che, sempre per la Carte dei Diritti, hanno il diritto alla partecipazione nella progettazione e costruzione dell’educazione condivisa, si sono trovati soli nella progettazione dello spazio domestico, educativo e immaginario dei figli e delle figlie. E soprattutto, esclusi, dalla relazione quotidiana che avevano in precedenza con il team educativo.

Riaprire, se sarà possibile, avrà molte limitazioni e questo fa sì che le famiglie continueranno ad essere il riferimento educativo unico per i propri bambini. Occorre dotare le famiglie di un supporto – prima che informatico – pedagogico affinché possano essere un riferimento e una guida per la crescita. L’équipe dei nidi e delle scuole della fascia 0-6 anni è preparato e può essere messo a disposizione dei genitori anche attraverso un contatto settimanale.

Riteniamo che per alcuni obiettivi necessari facilmente raggiungibili a breve termine possano ad esempio essere utilizzati strumenti operativi di questo tipo:

– in vista di una riapertura sociale come prepariamo i/le nostri/e figli/e? Dal 17 marzo, il Comune, in accordo con AUSL, ha messo a disposizione per i/le cittadini/e un numero per il supporto psicologico per gli adulti. Un aiuto utilissimo ma non specifico per accompagnare, a livello pedagogico, le famiglie. Occorre che l’Istituzione condivida materiale informativo e autorizzato per la gestione della Fase2. In rete infatti siamo sommersi da stimoli creativi ma non da fonti affidabili e in linea con l’istituzione a cui sono stati affidati per uno o più anni i propri figl*.

– programmare più incontri virtuali tematici con i genitori per accompagnare i bambini che dovranno iniziare il ciclo scolastico delle elementari e per tutti gli altri per non continuare a lasciarli soli

– realizzare un questionario per mappare la situazione dei/delle bambini/e e degli/delle adolescenti/e dal punto di vista oggettivo (spazi disponibili, relazioni, ecc) ed emotivo ( interiorizzazione di quanto sta accadendo, paure e resilienza)

Vogliamo poter dire sinceramente che la nostra città supporta tutti e che l’educazione è veramente considerata una “questione” collettiva e costruita in gruppo.

REC – Reggio Emilia in Comune