“Lettera per una amica” e “Ebbene”

5 aprile 2020 | 15:00
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“Lettera per una amica” e “Ebbene”

“Scrittori silenziosi” è una rubrica giornaliera, offerta da Reggio Sera per pubblicare i pensieri, le sensazioni e le riflessioni dei reggiani, mentre sono costretti, in questo tragico periodo, all’isolamento totale

REGGIO EMILIA – “Scrittori silenziosi” è una rubrica giornaliera, offerta da Reggio Sera per pubblicare i pensieri, le sensazioni e le riflessioni dei reggiani, mentre sono costretti, in questo tragico periodo, all’isolamento totale.

Argomenti – racconti e poesie
Hai scritto un breve racconto o una o più poesie? Hai descritto un evento personale, il tuo stato d’animo durante questa solitudine? Hai raccontato il tuo dolore o la tua gioia per qualche felice occasione, per la guarigione di qualcuno, per un amore spuntato o separazione dolorosa o per un lieto incontro o triste perdita?

Invia il tuo scritto per mail a bassmaji.jean@libero.it. Oggetto: Scrittori Silenziosi. Non inviare a Reggio Sera.


Lettera per una amica

Amiamoci
Cosa succede quando ci dicono che il contatto con gli altri è pericoloso e ci fanno credere che moriremo a causa di un respiro, di una carezza, di un bacio?
Succede che ci sentiamo autorizzati a eliminare il rischio dimenticando che il rischio che corriamo è più grande…
Il rischio di dimenticare che senza un respiro, una carezza, un bacio, senza il contatto con l’altro perdiamo il contatto con l’essenza che siamo. Così, totalmente persi in un involucro che chiamiamo _corpo_  siamo fragilissimi, vulnerabili, privi di quell’energia vitale che ci tiene connessi al Tutto. Non sappiamo agire e diventiamo spenti.
Quel Tutto ci contiene e allo stesso tempo siamo noi a contenerlo.
Questo Tutto è troppo pericoloso, troppo incontrollabile, troppo creativo. Imprevedibile per chi sogna di semplificare, dominare, possedere.
E allora quale miglior arma di potere.
Un virus.
A sua immagine e somiglianza.
Che infetta, annienta, separa.
Ma noi abbiamo un’arma molto più potente.
Amiamoci, amiamo il Tutto.
Amiamo anche questo virus che ci sta insegnando a scegliere in cosa tornare a credere.

Vera Fadia Bassmaj

Ebbene

Ebbene
eccoci promossi a Zona Rossa.
Lo sentivamo nell’aria
questo passaggio di categoria.
Pure io che non sono fatto
per la competizione
mi trovo ad alzare la coppa della premiazione
sicché possa vantarmi, un giorno
di essere stato primo in qualcosa.
Rossa, come il fuoco,
come il semaforo che ti obbliga alla resa,
come l’inferno
E c’è da dire che è il mio preferito,
il colore rosso,
mi è difficile collegarlo ad una pena
ad un muro,
ad un impedimento al viaggio.
Perciò ne faccio mantello
per ripararmi dalle intemperie,
ricovero, protezione, casa
comunione, fraternità,
ancoraggio.
E quando passerà la tempesta
ne farò telo per bivacchi estivi
per distendermi al sole
sui dossi erbosi dell’Appennino
mentre mastico parole d’altri
o ne partorisco mie.
Intanto mi godo questo sole
che distrae da ogni disagio
anzi lo allontana come un sogno
al risveglio.
Coraggio!

Nazario D’Amato