“L’età dello smarrimento” e “Benedetta solitudine”

3 aprile 2020 | 16:10
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“L’età dello smarrimento” e “Benedetta solitudine”

REGGIO EMILIA – “Scrittori silenziosi” è una rubrica giornaliera, offerta da Reggio Sera per pubblicare i pensieri, le sensazioni e le riflessioni dei reggiani, mentre sono costretti, in questo tragico periodo, all’isolamento totale.

Ideatore e direttore editoriale Jean Bassmaji Reggio Emilia. Mail: bassmaji.jean@libero.it

Argomenti – racconti e poesie
Hai scritto un breve racconto o una o più poesie? Hai descritto un evento personale, il tuo stato d’animo durante questa solitudine? Hai raccontato il tuo dolore o la tua gioia per qualche felice occasione, per la guarigione di qualcuno, per un amore spuntato o separazione dolorosa o per un lieto incontro o triste perdita?
Invia il tuo scritto per mail a bassmaji.jean@libero.it. Oggetto: Scrittori Silenziosi. Non inviare a Reggio Sera.

L’età dello smarrimento

Il sangue degli uomini e le lacrime delle donne.
Gli umori degli uomini e gli amori delle donne.
I corpi che si muovono e quelli che giacciono.
Tutto rotea, indefinitamente, nell’età dello Smarrimento,
tutto rotea, immotivatamente, nell’età dello Smarrimento.
Abbiamo abusato della pazienza degli Angeli,
abbiamo negato dignità alla vita,
abbiamo cancellato il senso dell’esistenza umana
E tutto rotea, senza luce, senza  suono, senza senso,
nell’età  dello Smarrimento.
Tutto rotea…. tutto rotea…. tutto rotea ……

Enzo Costa

Benedetta solitudine

Oggi la mia bambina interiore scalpita, è arrabbiata e delusa e ha voglia di lasciar perdere perché vede già la catastrofe in atto.
Lei ne ha viste varie e si è sempre sentita uno schifo.
Per un po’ ci ha creduto, poi ci ha messo sempre meno fiducia e poi si è fatta la sua vita giustificandosi con la disattenzione dell’altro. In verità è sempre una fottuta paura di rivivere cose che fanno male, la paura che nasce dal trattenersi, dal non osare, dall’aspettare e dal non amare.
Come se l’amore fosse una cosa frammentata che è su uno scaffale e noi potessimo dire: oggi ne prendo una scatola, domani un’altra. Come una medicina, a dosi.

Non è così. E’ piuttosto un liquido colorato sotto pressione. Che è lì, a disposizione di tutti e quando togli il tappo esce e cambia colore a tutto.

Quello che facciamo per proteggerci dal cambiamento è solo svitare il tappo un po’ alla volta. Accontentarci delle gocce che sfumano un po’ la nostra vita e appena è un po’ troppo riavvitiamo quel che basta. Così teniamo il controllo di qualcosa che non ammette alcun controllo.
Che distrugge con la sua potenza ogni resistenza, che muta l’aspetto delle cose. Elimina passati e non fa intravedere alcun futuro.
Da piccoli è così che lo sentiamo perché ancora non ci siamo adattati a fare come tutti: tenere la nostra vita più vicina possibile a come già la conosciamo. Senza scherzi! Che già ce ne sono troppi che non possiamo prevedere.
E allora ci convinciamo che se trattiamo con parsimonia l’amore, come le scatole di cibo sugli scaffali, durerà di più, e invece non ci accorgiamo che non è frammentato l’amore. E’ una soluzione unica, unita, in cui tutto è in ogni goccia di liquido. Più siamo capaci di farci immergere, colorare, cambiare, sorprendere più dura. Solo se osiamo rischiare che finisca possiamo viverlo per quello che è: un’onda che si contrae e poi torna, più grande, più lieve, più alta, più calma. Ma non si esaurisce se ti stupisce.

Vera Fadia Bassmaji