Editoriali

Il Coronavirus e le armi di distrazione di massa

12 aprile 2020 | 12:43
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Il Coronavirus e le armi di distrazione di massa

I trasgressori sono il 5% a livello provinciale e il 3.5% in Italia: è difficile credere che i contagi non calino per colpa loro. Ecco quali sono gli altri fattori e perché è comodo dare la colpa a runner e camminatori

REGGIO EMILIA – Vorremmo invitarvi a riflettere su un dato che, in questi giorni, forse è stato un po’ sottaciuto, ma che il nostro giornale ha fornito. Sapete quanti sono i reggiani che, in questi giorni, hanno trasgredito al divieto sugli spostamenti? Il 5%. Al 9 aprile, dati della prefettura, sono stati 25mila i controlli e 1.200 le sanzioni sul territorio della provincia di Reggio Emilia che conta oltre mezzo milione di abitanti. Il dato percentuale nazionale di violazioni, invece, è intorno al 3.5%.

Sono dati sorprendenti se paragonati alla proverbiale attitudine degli italiani a violare leggi e regolamenti. Difficile pensare, quindi, che il fatto che la curva dei contagi faccia fatica a scendere sia dovuto a un’esigua minoranza che viola le regole o per qualche runner e camminatore solitario. Comodo, forse, per chi ci governa, ma oggettivamente non credibile.

Premesso che è giusto fare i controlli e sanzionare i trasgressori, richiedere che le attività che vanno avanti rispettino le misure di sicurezza e chiedere che gli italiani adottino precauzioni, il punto è un altro e proviamo a spiegarvelo.

Il fatto è che il contagio sta perdendo di intensità e questo è un fatto molto positivo dimostrato dal fatto che diminuiscono in continuazione i ricoveri normali e in terapia intensiva. Inoltre cala continuamente, a fronte di un maggiore numero di tamponi fatti, la percentuale delle persone che vengono trovate positive. Questo vale sia nella nostra provincia che in Italia.

E allora perché la curva dei contagi fa così fatica a flettersi? Semplice, è perché ci sono situazioni che non possiamo mettere in lockdown. Non possiamo impedire alla gente di andare a fare la spesa e non possiamo impedire a chi fa lavori essenziali di continuare ad andare a lavorare. Abbiamo dunque milioni di persone che continuano ad uscire per fare la spesa e qualche milione che continua ad andare a lavorare. Questi, muovendosi, diffondono inevitabilmente il contagio, pur adottando tutte le precauzioni del caso.

Inoltre, almeno nella nostra provincia, ma anche altrove, è inevitabile che se tu fai test più mirati e, in particolare, vai in case protette e ospedali, per forza troverai più casi positivi. Come vedete, a questo punto, c’entrano molto poco camminatori, runner e trasgressori vari.

E allora perché prendersela con loro? Semplice. Perché, come tutti i comunicatori sanno (e anche i politici), bisogna trovare un nemico. Se siamo in guerra, come ci dicono tutti, allora ci vuole un nemico e, visto che il virus è invisibile, ecco allora che torna comodo prendersela con i trasgressori, presunti o reali. Sono loro gli untori del nuovo millennio.

E’ un trucco utile anche a sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle tante mancanze della nostra classe politica e di chi ci governa. Al fatto che sono decenni che il nostro sistema sanitario subisce tagli e privatizzazioni e oggi fatica in modo tremendo ad affrontare questa emergenza e al fatto che, fine alla fine di febbraio, i nostri politici facevano gli aperitivi in pubblico (ve lo ricordate Nicola Zingaretti il 27 febbraio all’iniziativa #milanononsiferma indetta dal Pd e dal sindaco Sala, ndr) oppure invitavano, come Salvini, a tenere aperto tutto.

Per non parlare della confusione nell’approccio al virus, con i laboratori che, all’inizio, non riuscivano a fare abbastanza test (eppure un campanello d’allarme per attrezzarli visto quello che stava succedendo in Cina da metà gennaio poteva suonare, ndr) e che questi test venivano fatti con modalità e approcci differenti sul territorio nazionale. E che ne dite dei dispositivi di protezione personale che, all’inizio, non si trovavano nemmeno per gli ospedali e per le case di riposo? Non parliamone poi per i cittadini. Infine arriviamo ai giorni nostri con la ridda di disposizioni, decreti, annunci che cambiano di giorno in giorno, confondendo sempre di più gli italiani.

Ma si potrebbe andare avanti con il caos dell’Inps e con il fatto che, a quanto pare, i cassintegrati nonostante le numerose dirette del premier Conte non hanno visto ancora un soldo. Insomma, mettere in campo armi di distrazione di massa, oggi, diventa quanto mai opportuno per coprire una valanga di mancanze della nostra classe di governo e politica nel suo approccio all’emergenza Coronavirus.

Infine, ci si consenta un’ultima chicca. L’appello continuo al senso di responsabilità degli italiani. Prima si dice “state tutti a casa” facendo intuire che probabilmente (ma non è vero perché le statistiche in realtà lo smentiscono, ndr) c’è troppa gente che trasgredisce e poi si aggiunge che, comunque, gli italiani sono bravi perché stanno a casa e rispettano i divieti. Ma allora mettetevi d’accordo. Gli italiani sono bravi, o no? Non si farebbe prima, se veramente si pensa che gli italiani sono responsabili, a dire “uscite, ma fatelo con giudizio utilizzando le dovute precauzioni”. Questo sì che vorrebbe dire considerare gli italiani responsabili.

Paolo Pergolizzi