“Danzare” e “La Tempesta”

2 aprile 2020 | 08:36
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“Danzare” e “La Tempesta”

“Scrittori silenziosi” è una rubrica giornaliera, offerta da Reggio Sera per pubblicare i pensieri, le sensazioni e le riflessioni dei reggiani, mentre sono costretti, in questo tragico periodo, all’isolamento totale

REGGIO EMILIA – “Scrittori silenziosi” è una rubrica giornaliera, offerta da Reggio Sera per pubblicare i pensieri, le sensazioni e le riflessioni dei reggiani, mentre sono costretti, in questo tragico periodo, all’isolamento totale.

Ideatore e direttore editoriale Jean Bassmaji Reggio Emilia. Mail: bassmaji.jean@libero.it

Argomenti – racconti e poesie
Hai scritto un breve racconto o una o più poesie? Hai descritto un evento personale, il tuo stato d’animo durante questa solitudine? Hai raccontato il tuo dolore o la tua gioia per qualche felice occasione, per la guarigione di qualcuno, per un amore spuntato o separazione dolorosa o per un lieto incontro o triste perdita?
Invia il tuo scritto per mail a bassmaji.jean@libero.it. Oggetto: Scrittori Silenziosi. Non inviare a Reggio Sera.

Danzare 

Danzare quando fuori c’è tempesta.
Danzare quando dentro c’è tempesta.
Danzare ogni momento isolato dal prima e dal dopo.
Non perdere il ritmo leggero, gentile, ancorato.
Non farsi distrarre dall’eccesso di emozioni.
Tutte.
Sorridere a quella sfumatura che sorprende.
Dargli più spazio. Molto spazio. Tutto lo spazio.
Danzare per offrirsi.
Fermare il pretendere.
Tacere le richieste.
Comprimere le esigenze.
In un posticino piccolo.
E poi danzare anche quelle.
E fermarsi danzando.
Fermarsi senza smettere.
In uno stop che ha più vita di tanti scalpitii.
Vivere.

Vera Fadia Bassmaji

La Tempesta

Mentre tutti eravamo in viaggio della speranza verso il progresso, ci ha sorpreso la tempesta e un esserino, autonominato Re Corona virus, impone la sua legge crudele.
Ieri, soli indifferenti e in compagna del nostro egoismo, correvamo ad occhi chiusi, sicuri di non poterci fermare a perdere tempo.
Eravamo sicuri che solo la morte poteva fermare la nostra corsa, quella degli altri si intende, mai abbiamo avuto il tempo per pensavamo alla nostra morte.
La confusione ha mescolato tutti in un vortice e ci siamo aggrappati riscoprendo l’altro che non vedevamo da tanto tempo.
La nostra paura è diventata speranza e le nostre grida di dolore trasformate in un concerto di musica all’aperto e canzoni cantate in collettivo dai balconi.
Abbiamo intravisto la sana politica della comunità e rivalutato la forza dell’unità dei popoli vicini che ci ignoravano e ci mostravano sfiducia.
Grazie al Coronavirus, oggi i vicini offrono e chiedono aiuto per rafforzare le nostre file contro il re criminale.
Ancora siamo nella tempesta che si fa un po’ più chiara. Cominciamo a vedere noi stessi anche se conciati male. Socializziamo con l’altro, anche se tremolante e a noi sconosciuto.
Promettiamo nel nostro inconscio di essere più umani di amare la vita e la natura da noi saccheggiata e di correre meno veloci verso la nostra morte.

Questo Re criminale, piccolo esserino sconosciuto, è riuscito a fermare il mondo, e a chiudere tutti in casa e pulire la natura oramai minacciosa,
Ci ha obbligati a guardare attorno e allo specchio, a riflettere e dalla riflessione sicuramente stiamo recuperando molto di noi stessi.
Presto vedremo un’altra società speriamo più unita più forte e più umana.

Jean Bassmaji