Coronavirus, giù i malati: è la prima volta

20 aprile 2020 | 18:49
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Coronavirus, giù i malati: è la prima volta

Ma ci sono 454 vittime in più. Lombardia e Marche ultime per casi zero a giugno. Nel Lazio dopo il 12 maggio

REGGIO EMILIA – Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza il numero degli attualmente positivi al coronavirus è in calo rispetto al giorno prima. Il numero dei malati è calato di 20 unità (ieri era aumentato di 486) mentre i nuovi contagi rilevati nelle ultime 24 ore sono stati 2.256 (ieri 3.047), il minimo dall’11 marzo.

Un dato molto positivo, considerando il fatto che il numero di nuovi casi è strettamente collegati al numero di tamponi fatti. Oggi sono stati fatti 41.483 tamponi, non tantissimi (ieri 50.708). Ma il rapporto tra tamponi fatti e casi individuati è di 1 malato ogni 18,4 tamponi fatti, il 5,4%. Negli ultimi giorni questo valore è stato in media del 5,7%, quindi resta sui minimi.

Prosegue il trend in calo dei ricoveri in terapia intensiva per coronavirus. Ad oggi sono 2.573, 62 in meno rispetto a ieri. Di questi, 901 sono in Lombardia, 21 in meno rispetto a ieri. Dei 108.237 malati complessivi, 24.906 sono ricoverati con sintomi, 127 in più rispetto a ieri e 80.758 sono quelli in isolamento domiciliare.

Sono salite a 24.114 le vittime dopo aver contratto il coronavirus in Italia, con un aumento rispetto a ieri di 454. Ieri l’aumento era stato di 433. Sono 48.877 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 1.822 più di ieri. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile. Ieri l’aumento dei guariti era stato di 2.128.

In Lombardia frenano i contagi da Coronavirus con 737 casi in più di ieri per un totale di 66.971 positivi. Cala anche in numero di decessi in un giorno (comunque 163) per un totale di 12.376 deceduti. Sono poi diminuiti anche i ricoveri: in terapia intensiva sono 901 (-21) e negli altri reparti Covid 10.138 (-204). Sono invece stati 6.331 i tamponi, per un totale ad ora di 270.486.

“Stiamo vedendo i risultati del’impegno dei lombardi, dei comportamenti individuali che ci consentono di controllare la diffusione del virus”. E’ il commento dell’assessore al Bilancio di Regione Lombardia Davide Caparini ai dati da lui resi noti dell’emergenza coronavirus in regione.

Lombardia e Marche ultime per casi zero
Prime Basilicata e Umbria, a fine aprile, ultime Lombardia e Marche, a fine giugno. In Toscana e Emilia-Romagna non prima della fine di maggio. Nelle altre Regioni l’azzeramento dei contagi potrebbe avvenire già tra la terza settimana di aprile e la prima settimana di maggio. Nel Lazio dopo il 12 maggio. Queste le date entro le quali sarà possibile attendersi zero nuovi contagi da coronavirus, secondo la mappa fornita dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, coordinato da Walter Ricciardi.

Le ultime sarebbero le Regioni del Centro-Nord nella quali il contagio è iniziato prima: in Lombardia, in cui si è verificato il primo contagio, non c’è da attendersi l’azzeramento dei nuovi casi prima del 28 giugno, nelle Marche non prima del 27 giugno, poiché per entrambe le Regioni il trend in diminuzione è particolarmente lento. La Provincia Autonoma di Bolzano dovrebbe avvicinarsi all’azzeramento dei contagi a partire dal 28 maggio, nonostante il numero di contagi osservati sia basso in valore assoluto, infatti, vede un trend dei nuovi casi scendere con particolare lentezza. Nella Regione Lazio dovremmo aspettare almeno il 12 maggio; in Veneto e Piemonte il 21 maggio.

Nelle regioni del Sud Italia l’azzeramento dei nuovi contagi dovrebbe iniziare tra la fine del mese di aprile e l’inizio di maggio: ad esempio Sardegna e Sicilia rispettivamente 29 e 30 aprile; Calabria primo maggio; Puglia e Abruzzo il 7 maggio; Campania il 9 maggio.

I modelli statistici approssimano l’andamento dei nuovi casi osservati nel tempo e tengono conto dei provvedimenti di lockdown introdotti dai DPCM. Pertanto, mettono in guardia gli autori, “eventuali misure di allentamento renderebbero le proiezioni non più verosimili”. Le proiezioni, concludono gli esperti, “evidenziano che l’epidemia si sta riducendo con estrema lentezza, pertanto questi dati suggeriscono che il passaggio alla Fase 2 dovrebbe avvenire in maniera graduale e con tempi diversi da Regione a Regione”. Una eccessiva anticipazione della fine del lockdown, con molta probabilità, potrebbe “riportare indietro le lancette della pandemia e vanificare gli sforzi e i sacrifici sin ora effettuati”.