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Coronavirus, Vecchi (Cgil): “Operai a casa se la fabbrica non è sicura”

12 marzo 2020 | 17:29
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Coronavirus, Vecchi (Cgil): “Operai a casa se la fabbrica non è sicura”

Alta tensione nelle fabbriche reggiane e italiane. Il segretario Fiom: “Nelle medie e grandi imprese abbiamo trovato garanzie, ma c’è un mondo di piccole aziende che sfugge al nostro controllo”. La Kholer chiude gli stabilimenti per due settimane

REGGIO EMILIA – “Chiediamo alle aziende di fare dei fermi produttivi, in accordo con il sindacato, per sanificare tutti gli stabilimenti, di cambiare gli orari e ridurre i volumi di produzione con lo scopo di garantire, al cento per cento, l’applicazione delle norme del distanziamento sociale”.

Simone Vecchi, segretario della Fiom di Reggio interviene su una vicenda caldissima, in questo momento. La tensione è alta nelle fabbriche reggiane e italiane dopo il nuovo decreto ministeriele sul coronavirus che lascia aperte le industrie. Gli operai sono i più esposti al contagio e ora hanno paura e chiedono garanzie.

Per questo motivo Fim, Fiom, Uilm ritengono necessaria una momentanea fermata di tutte le imprese metalmeccaniche, “a prescindere dal contratto utilizzato, fino a domenica 22 marzo, al fine di sanificare, mettere in sicurezza e riorganizzare tutti i luoghi di lavoro”. E’ quanto chiedono i sindacati metalmeccanici in una nota congiunta, sottolineando: “I lavoratori sono giustamente spaventati”.

Continua Vecchi: “Nella stragrande maggioranza delle imprese sopra i venti dipendenti, nel Reggiano, grossi problemi non ne abbiamo, ma c’è un mondo di piccole aziende, sotto i venti dipendenti, che sfugge al nostro controllo. Per quegli operai, ma non solo, abbiamo predisposto l’ombrello dello sciopero. Se ritengono che nella loro azienda non ci siano le condizioni di sicurezza, da domani possono stare a casa”.

Negli scorsi giorni c’è stata tensione anche nelle fabbriche reggiane con i sindacati che avevano predisposto un vademecum per le imprese. Nella maggior parte delle aziende medie e grandi reggiane, la quadra è stata trovata, ma non è così dappertutto.

Nelle provincie di Asti, Vercelli e Cuneo, per esempio, sono in corso fermate e scioperi nelle fabbriche con adesioni altissime, fa sapere la Fiom Cgil del Piemonte, che si riferisce a Mtm, Ikk, Dierre, Trivium. Stop anche nel Bresciano. “Nelle fabbriche si stanno determinando confusione e panico anche perché si registrano i primi casi di contagio che, in alcuni casi, non vengono resi pubblici dalle aziende”, dice la segretaria generale della Fiom Cgil Piemonte De Martino.

Sciopero di 8 ore nello stabilimento Fincantieri del Muggiano (La Spezia) dove i dipendenti diretti e dell’indotto hanno incrociato le braccia dopo che ieri è arrivata la conferma del contagio da coronavirus per un lavoratore. L’uomo era ricoverato da 13 giorni e ora è in terapia intensiva all’ospedale spezzino Sant’Andrea, i colleghi con cui è entrato in contatto sono in ‘quarantena’.

Intanto la Kholer di Reggio Emilia comunica che “a partire da domani, procederemo con la chiusura degli stabilimenti di Reggio Emilia e di Rieti, con riapertura lunedì 30 marzo”.