Coronavirus, oltre 5mila metalmeccanici a casa questa settimana

17 marzo 2020 | 15:29
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Coronavirus, oltre 5mila metalmeccanici a casa questa settimana

Comitati di Verifica per quasi 25 mila lavoratori. Appello di Fim Fiom Uilm alle aziende prive di sindacato: “Apprezziamo gli interventi di molte aziende, ma non basta: occorre ridurre le attività”

REGGIO EMILIA – “Sono oltre 500 i delegati metalmeccanici di Fim Fiom Uilm che in questi giorni si stanno mobilitando con grande abnegazione per ottenere dalle aziende standard di sicurezza adeguati alle normative che gli permettano di lavorare in sicurezza”.

Lo comunicano i sindacati metalmeccanici di Fim, Fiom e Uilm che aggiungono: “E sono decine le aziende che, collaborando attivamente e con uno sforzo non indifferente, hanno provveduto a mettere in regola i propri locali, mentre altre hanno deciso di sospendere temporaneamente le attività per svolgere sanificazioni straordinarie, ripensare l’organizzazione delle attività e avere una scorta sufficiente di dispositivi di protezione individuali per tutti i lavoratori”.

Una situazione sempre più complessa che vede coinvolte oltre venti aziende medio-grandi che, su richiesta del sindacato o su scelta unilaterale, hanno deciso di chiudere questa settimana e oltre cinquemila e cinquecento i metalmeccanici che di conseguenza non stanno andando al lavoro.

Tra queste ci sono aziende come Argo Tractors, Kohler, Lombardini, Walvoil, Rcf, Immergas, Foster, Profiltubi, Ognibene Power, Nexion, Omso Rcf, Fives Oto. La maggioranza quindi delle più importanti imprese metalmeccaniche reggiane. A questi numeri si aggiungono oltre 500 artigiani che dalla settimana scorsa sono sospesi a casa con accordi sindacali di Fsba in oltre settanta aziende della provincia reggiana.

Commentano Simone Vecchi, Giorgio Uriti e Jacopo Scialla, segretari delle tre organizzazioni: “Nelle aziende in cui alcune postazioni o mansioni non permettevano un distanziamento di almeno un metro abbiamo preteso la soppressione temporanea di quelle attività, la ricollocazione dei lavoratori o l’utilizzo di un ammortizzatore sociale. Nelle aziende reggiane abbiamo avuto una risposta positiva, ma non basta. Occorre ridurre i volumi per distanziare maggiormente gli spazi. Occorre igienizzare per garantire ai lavoratori di entrare in luoghi sicuri. Nessun azienda chiude per una fermata di qualche giorno”.

Molte anche le aziende che hanno modificato organizzazione del lavoro ed orari e ridimensionato le attività per ridurre le persone in compresenza (utilizzando gli ammortizzatori come previsto dal Dpcm). In molti casi sono stati istituiti turni di lavoro dove non c’erano, si è ridotto l’orario di lavoro per permettere lo scaglionamento di ingressi ed uscite e si è introdotta l’igienizzazione delle postazioni.

Sono aziende importanti come Smeg, Revifa, Snap On, CsF Inox, Padana Tubi, Carpenfer, Immergas, Rubiera Special Steel, Calf, Ciam, Sag Tubi, Reggiana Riduttori, Zecchetti, Bucher, Werther, MB di Ramiseto, Eurotre di Cadelbosco.

I sindacati comunicano inoltre che sono oltre cento le aziende in cui sono stati attivati i Comitati di verifica previsti dal protocollo firmato il 14 marzo da Cgil Cisl Uil, Governo e Confindustria, per un totale di quasi 25 mila lavoratori.

Comitati che prevedono un importante ruolo dei delegati sindacali, il cui compito è quello di controllare che tutti i punti, nessuno escluso, siano rigorosamente applicati in azienda. Tra le aziende piu importanti si segnalano: Comet, Ardagh, Bertazzoni, Smeg, Still, Vimi Fasteners, Moreali, Bosch , Vp Italy, Danfoss, Alubel, F.I.S. Ingranaggi, Revifa, Lodi, Snap On, Meta System, Meccanica Melegari, Spal, Azeta, Immergas, Comer Industries, Carpenfer, Dallai, Mobirolo, Argo Tractors, Butler, Bigliardi Gianni Srl , Elettric 80/ Bema, Sacmi, Eurotre, Clc, Rcf, Meta System, Bucher, M.B. Ramiseto, Werther, Ronzoni Motori Elettrici, Autel – Menozzi Luigi, Keraglass, Moulds, Fata, System Ceramics, Udor, Modula, Omac, Rubiera Steel, Maletti, Interpump, Calf, Ciam, Ems+Zecchetti, Reggiana Riduttori, Dieci, Crown, Csf Inox, Nimac Gherri, Nuova Idropress, Arcelor  Mittal, Landi, Stampitecnica, Nexion, Carpenfer, Dana.

Continuano i sindacati: “Ad oggi la gran parte delle aziende metalmeccaniche sopra i trenta dipendenti nella Provincia di Reggio, in accordo con le rappresentanze sindacali, ha istituito lo smart working per la maggioranza degli impiegati, contingentato l’utilizzo degli spazi comuni (spogliatoi, mense, sale ristoro), aumentato i turni di pulizie, aggiungendo l’igienizzazione quotidiana degli spazi, ma soprattutto sta garantendo il cosiddetto distanziamento sociale (droplet) previsto dalla normativa. In moltissime aziende poi sono stati diffusi dispenser per l’igienizzazione e modificati gli orari di pausa. Alla Bertazzoni di Guastalla hanno aggiunto una timbratrice anche per evitare assembramenti in ingresso/uscita”.

Aggiungono Fim, Fiom e Uilm: “Purtroppo ci sono ancora aziende che, continuando ad avere ordini dall’estero, vogliono continuare a produrre come se niente fosse. A questi imprenditori diciamo: rallentate le attività ora per non chiudere poi, fatelo per i vostri dipendenti, per le loro famiglie, per la nostra città”.

Infine, i tre sindacati metalmeccanici lanciano un appello a chi lavora in aziende dove non è presente il sindacato: “Se non vi sentite sicuri contattateci o chiamate l’Ispettorato del lavoro o l’Ausl se le aziende non vi mettono nelle condizioni di rispettare le norme di sicurezza e non vi dotano di dispositivi di protezione. Per il bene di tutti dobbiamo denunciare”.