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Coronavirus, i sindacati: “Sanitari 10% positivi in Regione, ora basta”

30 marzo 2020 | 17:21
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Coronavirus, i sindacati: “Sanitari 10% positivi in Regione, ora basta”

Cgil, Cisl e Uil: “Finalmente si fanno i test, ma mancano le protezioni”

REGGIO EMILIA – Bene lo screening sul personale sanitario per individuare i contagiati da Covid-19 nelle strutture dell’Emilia-Romagna. “Nonostante cio’ – denuncia la funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil – resta comunque altissima la preoccupazione per l’alta percentuale di lavoratrici e lavoratori della sanita’ positivi al Covid-19 che oggi risultano essere circa il 10% dei positivi complessivi della Regione”.

Un numero a cui “si aggiungono gli operatori delle strutture per anziani, preoccupanti focolai come piu’ volte segnalato, dei quali ad oggi non ne conosciamo compiutamente l’entita’”. Un dato “allarmante”, sottolineano in una nota congiunta Fp-Cgil, Cisl-fp e Uil-Fpl, che “fa il paio con le difficolta’ a reperire i dispositivi di protezione individuale, che nelle dichiarazioni risultano essere sempre in arrivo ma nella realta’ mancano sempre. E non ci riferiamo solo alle mascherine ma anche ai camici idrorepellenti, ai calzari e a tutto cio’ che occorre. Un effetto annuncio, quello dei dispositivi in arrivo, che sta cominciando a logorare la tenuta del personale che tutti i giorni si trova in prima linea a fare i conti con questa situazione critica per la pericolosita’ ormai nota di questa pandemia”.

Comunque i sindacati accolgono “con soddisfazione la proposta del commissario ad acta Sergio Venturi e dell’assessore alla Sanita’ Raffaele Donini di procedere con uno screening che prevede l’esecuzione di 100.000 esami attraverso un test sierologico al personale sanitario e socio sanitario per rendere operativo il contenuto del protocollo firmato tra le organizzazioni confederali e di categoria ed il ministro della Salute Roberto Speranza”.

Un “passo avanti indispensabile”, lo considerano le sigle della funzione pubblica, “per la tutela della salute e della sicurezza di chi lavora nelle strutture del servizio sanitario e socio sanitario regionale e di conseguenza anche per la tutela della salute di chi si rivolge quotidianamente ad esso per ricevere le cure e l’assistenza del caso, un passo avanti che deve pero’ vedere un piano di attuazione immediato e strutturato su tutto il territorio regionale”.

Un passo avanti, oltretutto, “conseguente alla grande mobilitazione messa in atto da Fp-Cgil, Cisl fp e Uil fpl attraverso una petizione che ha gia’ raccolto oltre 25.000 firme”.