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Confindustria a Conte: “Non si può chiudere tutto”. Il decreto slitta a mercoledì

22 marzo 2020 | 18:55
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Confindustria a Conte: “Non si può chiudere tutto”. Il decreto slitta a mercoledì

Cosa prevede il nuovo decreto: attivi market, farmacie, raccolta rifiuti, farmacie. Ridotta la Pubblica amministrazione

REGGIO EMILIA – Confindustria “sta affrontando con senso di responsabilità” la decisione del Governo di sospendere le attività produttive non essenziali. E sottolinea, con una serie di indicazioni precise, “l’esigenza di contemperare la stretta decisa ieri con alcune esigenze prioritarie del mondo produttivo”.

E’ necessario, per esempio, “consentire la prosecuzione di attività non espressamente incluse nella lista e che siano però funzionali alla con tenuità di quelle ritenute essenziali”. Il presidente Vincenzo Boccia lo scrive in una lettera al premier Giuseppe Conte.

Tra i passaggi uno riguarda al tutela delle imprese sui mercati finanziari: “Sarà importante valutare i necessari provvedimenti relativi all’operatività della Borsa e del mercato finanziario per evitare impatti negativi sulle nostre società quotate”.

A questo punto Palazzo Chigi è pronto a far slittare tutto a mercoledì, anche per recepire le indicazioni delle imprese.

Nell’ambito delle aziende restano attive tutte le filiere ritenute essenziali, e quindi legate al settore alimentare, a quello farmaceutico e biomedicale e a quello dei trasporti. Netta, invece, la riduzione delle attività legate alla Pa: restano di fatto aperte gli esercizi legati a sanità, difesa e istruzione. Continuano a operare, inoltre, edicole e tabaccai, oltre ai servizi d’informazione.

Finora la lista, provvisoria, delle attività che resteranno aperte conta circa una settantina di voci. La ratio è quella indicata dallo stesso Conte: “rallentiamo il motore dell’Italia ma non lo fermiamo”. Restano attive l’industria delle bevande, le industrie alimentari, la filiera agro-alimentare e zootecnica, l’industria tessile solo legata strettamente agli indumenti di lavoro (escluso, quindi l’abbigliamento). Le produzioni gomma, materie plastiche e prodotti chimici non saranno interrotte, così come la fabbricazione della carta e raffinerie petrolifere.

“Salve” anche le attività legate all’idraulica, all’installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori e la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche. E, come attività legate ai servizi essenziali, restano attive anche le riparazioni della strumentistica utilizzata nella filiera alimentare, farmaceutica o dei trasporti. Questi ultimi, infatti, saranno assicurati anche da lunedì.

Il Dpcm che il governo sta limando non includerà il trasporto ferroviario di passeggeri (interurbano), il trasporto ferroviario di merci, il trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e suburbane, i taxi e gli Ncc, gli autotrasportatori, il trasporto marittimo e quello aereo. Attive anche la gestione fognaria e quella della raccolta dei rifiuti, oltre alle attività bancarie, postali, assicurative e finanziarie. Non dovrebbero essere intaccati dal provvedimento neanche i servizi veterinari, i call center e i servizi di vigilanza privata oltre alle attività di pulizia e lavaggio delle aree pubbliche. Nell’ambito della pubblica amministrazione restano “in vita” l’assicurazione sociale obbligatoria, i servizi legati alla difesa e, chiaramente, l’assistenza sanitaria. Esclusi, infine, i servizi di assistenza sociale residenziale e non residenziale.