Baiso, fecero esplodere una casa: tre indagati

10 marzo 2020 | 18:26
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Baiso, fecero esplodere una casa: tre indagati

Avviso di fine indagini per tre calabresi: un 49enne di Palmi, un 53enne di Oppido Mamertina e un 44enne di Vibo Valentia

BAISO (Reggio Emilia) – E’ stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini ai tre indagati per l’ordigno dinamitardo che il 29 luglio scorso esplose davanti all’ingresso di un’abitazione di Borgo Visignolo, un piccolo borgo sulle colline reggiane, nel comune di Baiso. Una forte deflagrazione che causò danni seri all’edificio, una villetta con due unità abitative che era in affitto ad un commerciante modenese.

Sono tre calabresi un 49enne di Palmi, un 53enne di Oppido Mamertina e un 44enne di Vibo Valentia che ora dovranno rispondere di concorso nei reati di detenzione e porto di esplosivo detonante ad alto potenziale di tipo dinamite gelatina innescato da un detonatore da cava attivato da una miccia, crollo di costruzione dolosa per aver provocato ingenti danni all’edificio oggetto della deflagrazione (portone d’ingresso divelto, scoperchiamento tegole, danneggiamento suppellettili interni), danneggiamento aggravato e tentata estorsione.

Fortunatamente, nessuna persona è rimasta coinvolta nell’esplosione anche perché in quel momento l’abitazione era vuota. Sul posto oltre ai Vigili del Fuoco, che dichiararono lo stabile inagibile a causa degli ingenti danni, erano intervenuti anche i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Castelnovo Monti che supportati dai colleghi del nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia hanno condotto le indagini.

I tre quindi sono accusati, in concorso tra loro, di aver detenuto e portato in luogo pubblico esplosivi che poi hanno utilizzato per provocare la deflagrazione del domicilio di un commerciante modenese, provocando gravi danni all’abitazione e con lo scopo di indurre la vittima a restituire una somma di denaro ammontante a 5.000 euro, a lui consegnata, affinché si intestasse fittiziamente un bar, ubicato presso un’area di servizio del modenese già di proprietà di una società riconducibile agli indagati.