Coronavirus, cresce il numero dei contagiati: sono 14 in Lombardia e 2 in Veneto

21 febbraio 2020 | 11:46
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Coronavirus, cresce il numero dei contagiati: sono 14 in Lombardia e 2 in Veneto

Il governatore Fontana: “In sei in condizioni serie”. Dieci Comuni isolati per un totale di 30mila persone. Il ministero della Salute: “Obbligo di quarantena per chi torna dalla Cina”. L’Oms: “Siamo preoccupati”

REGGIO EMILIA – Altri due casi di coronavirus in Italia dopo i 14 in Lombardia: si tratta di due cittadini veneti che ai primi esami sono risultati positivi. I due sono già stati isolati in ospedale e si attendono ora gli esiti di un secondo test a cui sono stati sottoposti. Oltre ai sei contagiati in Lombardia: un paziente 38enne, la moglie, il figlio di un barista di Castiglione d’Adda e tre clienti del bar sono risultati positivi anche altre otto persone fra cui 5 operatori sanitari dell’ospedale di Codogno dove erano stati ricoverati i primi risultati contagiati.

Il governatore Fontana: “In sei in condizioni serie”
Le sei persone risultate positive al coronavirus in Lombardia “sono in condizioni serie”. E’ quanto ha affermato il governatore della Lombardia, Attilio Fontana. I malati sono tutti adulti, intorno ai 40 anni. Si tratta di un uomo di 38 anni dipendente della Unilever di Lodi, ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Codogno. Le sue condizioni sono leggermente migliorate rispetto a ieri sera, quando si è presentato al Pronto soccorso.

L’uomo, nelle settimane scorse, sarebbe andato a cena con un collega tornato dalla Cina, un dipendente della Mae di Fiorenzuola d’Arda, nel Piacentino. Positiva anche la moglie, incinta di otto mesi. Una terza persona che avrebbe avuto contatti con il 38enne, per aver fatto sport con lui, si è presentata spontaneamente in ospedale con sintomi di polmonite. Altre tre persone sono ricoverate con quadro clinico di polmonite all’ospedale di Codogno. Il collega rientrato dalla Cina è stato accompagnato all’ospedale Sacco di Milano dove si trova in isolamento ed è risultato negativo ad un primo test per il coronavirus.

Oltre al 38enne e a sua moglie, sarebbero 3 clienti di un bar di Codogno e il figlio del titolare dell’esercizio gli altri quattro positivi al Coronavirus. Secondo quanto apprende l’Ansa il figlio del titolare aveva giocato a calcetto con il 38enne, mentre gli altri tre sono solo clienti del bar e non sarebbero mai entrati in contatto diretto con lui. Inoltre, il medico di base del 38enne è ricoverato in ospedale con la polmonite: a quanto si apprende, il dottore sarebbe ricoverato a Milano.

Sono 250 le persone messe in isolamento
Secondo il virologo Giorgio Palù dell’università di Padova è possibile essere negativi al test anche dopo avere avuto un’infezione da coronavirus SarsCoV2. Intanto risulta ricoverata in isolamento nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza una donna, sintomatica, collega del 38enne positivo al coronavirus. Il premier Conte ha annunciato che è stata disposta una quarantena per tutti quelli che sono entrati in contatto con i contagiati. Al momento sono duecentocinquanta le persone messe in isolamento.

Tra loro – ha fatto sapere l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera – 149 sono infermieri, medici, familiari e persone entrate in contatto diretto con il 38enne ricoverato a Codogno. Poi ci sono i dipendenti che lavorano nella sua ditta e che hanno avuto contatto diretto con lui. Gallera ha invitato i cittadini di Castiglione d’Adda, Codogno e Casalpusterlengo, a scopo precauzionale, a rimanere a casa “in quarentena volontaria” e ha chiarito che sono già stati effettuati tutti gli accertamenti diagnostici necessari sull’intero staff medico e sanitario dell’ospedale di Codogno.

Dieci Comuni isolati per un totale di 30mila persone
Dieci i comuni del Lodigiano ‘isolati’, per un totale di 30mila persone, i maggiori dei quali Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo dove sono stati chiusi scuole, uffici comunali e bar. La Regione ha invitato tutti gli abitanti a ‘restare a casa’. Annullate, ha spiegato il ministro Speranza, “tutte le manifestazioni pubbliche e le attività commerciali se non di prima necessità”, chiuse le aziende e sospese “le attività ludiche e sportive”. Chiuse scuole e asili. “Stiamo mettendo in isolamento circa 250 persone entrate in contatto con i contagiati e stiamo effettuando il tampone”, ha spiegato l’assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera. Tra questi 120 dipendenti dell’Unilever, l’azienda del presunto ‘paziente zero’ e 70 tra medici e infermieri. Per tutti è prevista una quarantena.

Il ministero della Salute: “Obbligo di quarantena per chi torna dalla Cina”
Il ministero della Salute ha stabilito l’obbligo di quarantena “fiduciaria” domiciliare per chi è tornata da un viaggio in Cina negli ultimi 14 giorni e “sorveglianza attiva” per chi è stato nelle aree a rischio, cioè nel paese asiatico così come indicato dall’Oms, con obbligo di segnalazione alle autorità sanitarie locali al proprio rientro in Italia.

L’Oms: “Siamo preoccupati”
L’Oms si dice preoccupata per il numero di contagi che non hanno un chiaro collegamento epidemiologico, ad esempio che non hanno viaggiato in Cina né hanno avuto contatti con casi confermati. Per evitare contatti a rischio e contagi tra i medici, prima di fare una visita domiciliare o di ricevere in studio un paziente con sintomi sospetti da coronavirus, i medici di famiglia faranno un triage telefonico. La Federazione italiana medici di medicina generale invierà a tutti i medici una scheda con domande sui contatti, sulla capacità respiratoria del paziente, su eventuali episodi di dispnea.

“Al momento non c’è motivo di elevare il livello di allarme in Italia al massimo. Il massimo livello è se si contano molti casi autoctoni in varie parti d’Italia, cioè servono focolai plurimi che si accendono contemporaneamente”. Così il presidente della Società Malattie infettive e tropicali, Marcello Tavio, a ‘Coronaviris – Il punto’ dell’Ansa. “A quel punto non vale più il criterio epidemiologico di contatto con una persona che ha avuto o ha il virus o è stata in un paese ad alto rischio, perché chiunque potrebbe avere il virus, ma siamo ancora fuori da questo scenario”.

I controlli dell’Ausl di Piacenza
La Ausl di Piacenza ha avviato verifiche e controlli anche sul territorio emiliano: il collega rientrato dalla Cina con cui il paziente 38enne è uscito a cena lavora infatti per un’azienda di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza). I controlli servono a verificare gli eventuali contatti dell’italiano rientrato dalla Cina con dipendenti piacentini dell’azienda.

“A scopo precauzionale è stata inviata una squadra sanitaria per il controllo dei lavoratori nell’Azienda Mae di Fiorenzuola”, ha scritto su Facebook il sindaco di Fiorenzuola d’Arda, Romeo Gandolfi. “Il lavoratore di Fiorenzuola rientrato dalla Cina a fine gennaio e identificato dal paziente zero come sospettato 1 – afferma – è attualmente ricoverato all’ospedale di Codogno per accertamenti”. “Nel primo pomeriggio avremo altri aggiornamenti dall’Asl di Piacenza”.

Ed è ricoverata in isolamento nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza una donna, sintomatica, collega del paziente positivo al coronavirus alla Unilever di Lodi, spiega la Regione Emilia-Romagna in una nota. Di questa paziente è atteso l’esito del tampone esaminato presso il laboratorio di riferimento regionale del Sant’Orsola.

Per quanto riguarda le due aziende coinvolte, Unilever (dove lavora il 38enne positivo al Covid-19) e Mae spa (dove è impiegato l’amico del lodigiano rientrato dalla Cina), sono già stati attivati i protocolli ministeriali previsti, precisa la Regione Emilia-Romagna. La gestione dell’azienda lombarda (Unilever) è in capo alla Regione Lombardia, mentre la Regione Emilia-Romagna, in pieno raccordo con l’Azienda sanitaria di Piacenza, si sta occupando della Mae.

Il dipartimento di Igiene pubblica dell’Ausl piacentina ha già contattato il medico competente della Mae per avviare la vigilanza sui lavoratori dell’azienda, che oggi è stata chiusa prudenzialmente per iniziativa del titolare. Se il dipendente Mae, rientrato dalla Cina il 21 gennaio e già negativo al tampone, dovesse essere negativo anche agli ulteriori accertamenti, l’approccio verrà modificato di conseguenza.