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Coronavirus in Iran, 5 morti e 750 casi sospetti: Ankara rafforza i controlli

21 febbraio 2020 | 18:40
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Coronavirus in Iran, 5 morti e 750 casi sospetti: Ankara rafforza i controlli

In Russia si ricorre al riconoscimento facciale per far rispettare la quarantena imposta a 2.500 persone. In Cina, 512 nuovi casi nelle carceri. Morto un altro medico a Wuhan, di 29 anni. Stato di allerta a Gaza e in Corea. Iraq chiude la frontiera

REGGIO EMILIA – In Iran sono 5 i morti per contagio da coronavirus (Covid-19) in Iran e 750 i casi sospetti. Lo ha detto il ministro della Salute turco Fahrettin Koca, a seguito di una telefonata con il suo omologo iraniano Said Nemeki. La Turchia ha preso misure di precauzione al valico di frontiera di Gurbulak con l’Iran. Tutti i passeggeri in arrivo con voli dalla Repubblica islamica sono inoltre sottoposti da ieri sera a controlli rafforzati.

Russia
Circa 2.500 persone arrivate a Mosca dalla Cina hanno ricevuto l’ordine di restare in quarantena per il coronavirus. A vigilare poi che la misura venga rispettata ci pensa poi la tecnologia di riconoscimento facciale in uso nella capitale russa. Lo ha detto il sindaco di Mosca Serghei Sobyanin. Tutti i passeggeri in arrivo dalla Cina sono tenuti a sottoporsi ad un esame fisico e ad un test per il coronavirus all’aeroporto, ha scritto Sobyanin sul suo sito web. A loro viene poi dato l’ordine di mettersi in quarantena per due settimane, anche in assenza di sintomi. “Finora sono stati emessi circa 2.500 ordini di isolamento”, ha detto.

Gaza
Il ministero della sanità di Gaza ha adottato misure straordinarie al valico di Rafah per impedire che nella Striscia entrino persone affette dal coronavirus. In particolare, è stato spiegato, si teme il ritorno dalla Cina di palestinesi residenti a Gaza. I loro nomi sono noti alle autorità ed al passaggio dal valico, provenienti dall’Egitto, saranno visitati da un medico. Se mostrassero sintomi di contagio saranno internati in una zona isolata vicina al valico dove per loro sono stati approntati 50 container dotati di letti, tavoli, servizi igienici, corrente elettrica ed internet. Là dovranno trascorrere 14 giorni di quarantena. Le loro condizioni di salute saranno seguite da uno staff medico che si troverà in un container separato, nelle immediate vicinanze. Finora, assicura il ministero della sanità di Gaza, nella Striscia non c’è stato comunque alcun caso di infezione.

Corea del Sud
La Corea del Sud ha reso noti altri 48 casi di coronavirus, facendo salire il totale a 204: il Korea Center for Disease Control and Prevention (Kcdc) ha assicurato che la situazione è “gestibile”, malgrado i contagi si siano quadruplicati in soli tre giorni. Diverse decine di nuove infezioni sono legate alla Chiesa di Gesù Shincheonji, a Daegu. Il sindaco della quarta città del Paese, con 2,5 milioni di abitanti, ha detto che 135 membri della congregazione hanno i sintomi del virus, mentre sono in corso le ricerche di altre 57 persone.

Cina
La Cina ha dato conto, attraverso i media ufficiali, di 512 casi di coronavirus relativi a 4 centri di detenzione, inclusi due nell’Hubei, l’epicentro dell’ epidemia, per complessivi 271 casi. Altri casi sono relativi alla provincia dello Shandong (207) e a quella dello Zhejiang (27 più altri 7 poco prima riportati). Sono già numerosi i provvedimenti adottati di rimozione e di punizione contro “le inefficienze” dei vertici sia delle amministrazioni carcerarie sia di quelle sanitarie locali. In tutto le vittime nel Paese sono arrivate a 2233.

Un medico cinese di 29 anni è morto a Wuhan dopo aver contratto il coronavirus. Lo riferisce il Guardian. Si era ammalato lavorando “in prima linea” per contenere l’epidemia, al reparto di terapia intensiva del First People’s Hospital, hanno spiegato le autorità sanitarie locali. I media statali avevano reso noto che il medico aveva ritardato il matrimonio per continuare a lavorare. Era stato ricoverato il 25 gennaio, ma dopo alcuni giorni era peggiorato. E’ deceduto ieri sera. Migliaia di medici sono stati contagiati finora, almeno altri sei sono morti.