Comune, ecco le due ultime varianti salva suolo

14 febbraio 2020 | 17:30
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Comune, ecco le due ultime varianti salva suolo

Si tratta della variante al Rue per incentivare la rigenerazione urbana e il contrasto ai cambiamenti climatici, e di quella che stoppa la nascita di nuove di nuove gallerie commerciali e cancella oltre 46.000 metri quadrati di superficie di vendita

REGGIO EMILIA – Il Comune di Reggio Emilia completa l’operazione ‘salva-suolo’ avviata nello scorso mandato. Questa sera, infatti il vicesindaco e assessore alla Rigenerazione urbana Alex Pratissoli svela in commissione Assetto e uso del territorio, le due varianti al Regolamento urbanistico ed edilizio (Rue) e al Piano strutturale comunale (Psc) che, una volta varate dal Consiglio, completano le azioni e le modifiche normative intraprese nello scorso mandato.

Si tratta della variante al Rue per incentivare la rigenerazione urbana e il contrasto ai cambiamenti climatici, e di quella che stoppa la nascita di nuove di nuove gallerie commerciali e cancella oltre 46.000 metri quadrati di superficie di vendita.

Sono gli ultimi tasselli di un piano che ha gia’ portato alla cancellazione di oltre due milioni di metri quadrati di aree potenzialmente urbanizzabili pari ad oltre 1.160 alloggi (cosiddetta variante in riduzione); alla rigenerazione urbana incentivata attraverso una riduzione del 60% degli oneri di urbanizzazione per tutti gli interventi di ristrutturazione edilizia e manutenzione straordinaria onerosa nel territorio urbanizzato.

Inoltre alla semplificazione delle norme per favorire la rigenerazione urbana in diversi ambiti della citta’, in particolare nel Parco Industriale di Mancasale (dove il 22% delle aziende insediate negli ultimi tre anni ha deciso di riqualificare o ampliare il proprio stabilimento), nel Centro storico (dove sono stati conclusi oltre 1.300 interventi edilizi nel corso degli ultimi cinque e con il solo bando facciate sono stati recuperati 13.000 metri quadrati di superfici prospicenti la pubblica via), nel quartiere di Santa Croce. Infine il Comune ha inteso favorire l’attivita’ agricola in territorio rurale.

Con il percorso fatto fin qui oltre il 95,4% degli interventi edilizi a Reggio Emilia e’ oggi relativo al recupero di immobili esistenti, mentre solo il 4,6% e’ di nuova costruzione, dei quali quasi i due terzi per dare risposta a esigenze di ampliamento produttivo di aziende insediate sul territorio. Sistemate le ultime due varianti si aprira’ la strada verso il nuovo Piano urbanistico generale (Pug) che verra’ elaborato nel 2020. La prima di queste due varianti “estende a tutto il territorio comunale le normative virtuose introdotte, nel corso degli ultimi cinque anni, per alcune zone della citta’ al fine di incentivare ed accelerare i processi di rigenerazione urbana.

Un ulteriore obiettivo e’ adottare misure concrete ed innovative che coinvolgano il pubblico e il privato nella lotta ai cambiamenti climatici”. Nello specifico la variante prevede una detrazione fiscale al Bando facciate nazionale e per agevolare le richieste dei proprietari degli immobili verranno fornite le indicazioni di massima per l’autocertificazione degli edifici in zona A e B che possono beneficiare della detrazione fiscale per le facciate.

Inoltre ci sono norme per tutela e salvaguardia dei 48 centri storici minori presenti in frazione e per le ville di pregio e progetti specifici per rigenerazione-riqualificazione urbana della via Emilia e di via Gramsci. La variante riguarda anche l’estensione al Villaggio Industriale Crostolo e alla Zona industriale di Corte Tegge e Prato-Gavassa dei benefici urbanistici ed edilizi gia’ introdotti nel 2015 per il Parco Industriale di Mancasale. E ancora si estendono a tutta la citta’ le norme per processi di rigenerazione ampliando la tipologia di interventi di recupero dell’esistente ammessi tramite intervento edilizio diretto, riducendo pertanto tempi-costi amministrativi.

Il Comune prevede poi l’accelerazione del completamento delle opere di urbanizzazione per i piani urbanistici, in particolar modo per quelli gia’ in parte attuati per la componente della residenza privata e ci sono incentivi edilizi per il recupero a funzioni di interesse pubblico delle aree di distributori di carburante dismessi.

Ci sono novita’ nella lotta ai cambiamenti climatici: il potenziamento dei corridoi ecologici urbani e rurali favorendone la continuita’ anche nel territorio urbanizzato, individuando oltre due milioni e 180.000 metri quadrati di nuove aree che dovranno essere mantenute a verde profondo, permeabili e in cui sara’ impedita la costruzione; impatto zero di tutti i nuovi interventi di nuova costruzione o demolizione e ricostruzione, attraverso l’adozione di soluzioni tecniche che consentano la realizzazione di edifici a energia quasi zero, l’utilizzo di fonti rinnovabili e la piantumazione di nuovi alberi a compensazione delle emissioni di CO2; introduzione dell’Indice di riduzione edilizia (Rie) per determinare in maniera oggettiva e limitare l’impermeabilizzazione dei suoli nei nuovi interventi edilizi.

I risultati attesi sono soprattutto due: ridurre ancora il consumo di suolo determinando un nuovo taglio di quasi 400.000 metri quadrati di aree potenzialmente urbanizzabili (quindi oltre 2.300 nuovi alloggi in meno) per un totale, rispetto al piano approvato nel 2011, di due milioni e 400.000 metri quadrati di aree edificabili riconvertite che corrispondono alla cancellazione di 3.460 nuovi alloggi; un potenziamento e collegamento dei corridoi ecologici verdi (bacini di Crostolo, Rodano, Modolena e Quaresimo, ma soprattutto la connessione dei verdi pubblici e privati non recintati) nel territorio urbano o nelle fasce di cintura piu’ esterne, con due milioni e 180.000 metri quadrati in piu’.

La seconda variante in approvazione riguarda la drastica riduzione delle previsioni commerciali fuori dal centro storico di Reggio Emilia e lo stop a nuove gallerie commerciali. Per poter infatti sostenere con efficacia l’idea del Centro storico quale unico centro commerciale naturale l’Amministrazione comunale ha deciso di tagliare le previsioni commerciali nel resto della citta’, modificandone al contempo la tipologia.

La variante al Psc prevede, a tal fine, di stralciare oltre 46.000 metri quadrati di Superficie di vendita (pari a circa 18 nuove grandi strutture commerciali) nelle aree esterne al centro storico, escludendo inoltre la possibilita’ di realizzare nuove aggregazioni di commercio di vicinato, ovvero le cosiddette gallerie commerciali. Si prevede infine di consentire l’attuazione delle previsioni solo a fronte delle verifica della capacita’ trasportistica degli assi viari che servono i nuovi insediamenti, nonche’ di raddoppiare il contributo economico a favore del piccolo commercio in Centro storico, richiesto alle nuove medie e grandi strutture di vendita.