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Virus cinese, ricoverata una donna a Parma

24 gennaio 2020 | 19:48
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Virus cinese, ricoverata una donna a Parma

Dopo quello poi risultato negativo ieri a Bari. In Cina il bilancio sale a 26 morti e 897 contagi. Stop ai trasporti in 13 città, blindati 41 milioni di cittadini

REGGIO EMILIA – Presunto caso di nuovo coronavirus a Parma su una donna italiana di mezza età di ritorno da Wuhan. La paziente, ricoverata nel reparto di malattie infettive dell’ospedale Maggiore, è comunque in buone condizioni di salute (in un secondo tempo si è appreso che quello della donna è un semplice caso di influenza).

Rientrata qualche giorno fa dalla località cinese epicentro della diffusione del virus, ha accusato lievi sintomi di infezione alle vie respiratorie e, su consiglio del suo medico di base, si è presentata al pronto soccorso del Maggiore. Il caso, sottolinea l’Ausl di Parma, è solo sospetto. Le aziende sanitarie locali hanno attivato tutte le procedure previste dal ministero della Salute e dalle Autorità regionali.

Considerando la sua anamnesi, la paziente parmense si trova in isolamento respiratorio prudenziale. “Già oggi però – sottolinea Carlo Calzetti, infettivologo del Maggiore – ha sfebbrato ed è in miglioramento. Non risultano altre persone che siano state in contatto con la donna e che abbiano al momento sintomi analoghi”.

Sospiro di sollievo, intanto, per il primo caso sospetto che era emerso ieri a Bari: il test per verificare se la paziente fosse stata contagiata dal coronavirus cinese è risultato negativo. La conferma è arrivata questa sera da Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto Spallanzani di Roma. La donna seguirà comunque nei prossimi giorni le procedure previste di ulteriori controlli, ha precisato Ippolito.

In Cina, nel frattempo, sono saliti ad 897 i casi accertati di contagio del nuovo coronavirus nCOV-2019, mentre i morti si sono attestati a quota 26: è l’ultimo bollettino aggiornato alle 22 locali (le 15 in Italia), diffuso dai media cinesi. Tra le quasi 40 province, regioni e municipalità speciali che compongono amministrativamente il Paese, solo il Tibet risulta ancora privo di casi.

Tredici, intanto, le città dov’è stato imposto lo stop ai trasporti pubblici: Xianning, Xiaogan, Enshi, Zhijiang, Jingzhou, Huangshi, Qianjiang, Xiantao, Chibi, Ezhou, Huanggang e Lichuan, oltre alla città epicentro dell’epidemia, Wuhan, nella provincia dell’Hubei, portando così ad oltre 41 milioni il numero di cittadini coinvolti dalle misure per contrastare l’emergenza. In molte città è stata disposta anche la chiusura di luoghi aperti al pubblico come teatri o locali.

Chiusi, ad esempio, i ristoranti McDonald a Wuhan, Ezhou, Huanggang, Qianjiang e Xiantao. Così come, a partire da domani, ha deciso di chiudere temporaneamente i battenti Disneyland Shanghai. Anche a Pechino la forte preoccupazione per la diffusione dell’epidemia ha indotto le Autorità ad adottare misure drastiche: la Città proibita è stata chiusa e tutti i festeggiamenti per il Capodanno cinese annullati. Stop alle celebrazioni anche nella regione semi-autonoma di Macao. Interdette, infine, alcune sezioni della Grande Muraglia.