Sesso con minore, pensionato finisce in carcere

11 gennaio 2020 | 13:30
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Sesso con minore, pensionato finisce in carcere

Prostituzione e pornografia minorile, nonché adescamento di minori l’accusa mossa dai carabinieri della sezione operativa di Reggio Emilia a un 60enne reggiano

REGGIO EMILIA – Un 60enne reggiano è stato arrestato e portato in carcere, questa mattina, con le accuse di pornografia e prostituzione minorile e adescamento di minori. A far partire le indagini dei carabinieri era stata la madre del minore che si era rivolta ai militari dato che aveva scoperto, attraverso la lettura dei messaggi del telefono del figlio, che quest’ultimo aveva avuto rapporti sessuali dietro compensi o favori con un 60enne reggiano.

A riprova la donna aveva fatto vedere ai carabinieri degli screenshot dei messaggi di WhatsApp che il figlio si era scambiato con il pensionato dai quali emergeva chiaramente il tenore esplicitamente sessuale di alcune delle conversazioni nonché le continue elargizioni di danaro richieste dal minore o promesse dal 60enne. Le indagini si erano svolte con intercettazioni, appostamenti e pedinamenti sino alla perquisizione e sequestro a carico dell’indagato e della vittima di dispositivi telefonici e computer.

Dall’analisi del materiale informatico sarebbero emerse responsabilità a carico del 60enne relativamente ai contatti intercorsi fra lui e il minorenne, nonché elementi di riscontro in ordine alla detenzione di materiale pedopornografico. Il 60enne si sarebbe reso responsabile, a partire dal maggio dell’anno scorso, dei reati continuati di prostituzione minorile, “per aver in più occasioni compiuto atti sessuali con il minorenne in cambio di danaro ovvero altre utilità quali pacchetti di sigarette e passaggi anche per comprare stupefacenti (fornendo in dette circostanze anche il danaro per l’acquisto della droga)” e “pornografia minorile per aver ottenuto, sempre dietro compenso, materiale pedopornografico costituito da foto di nudo che chiedeva al minore e per aver partecipato a gruppi su social in cui veniva scambiato materiale pedopornografico costituito da foto e video anche riproducenti rapporti sessuali tra bambini e tra adulti e bambini diffondendo e distribuendo il materiale che faceva vedere anche allo stesso minore invitato da lui a far parte di questi gruppi”.

Oltre a questo il sessantenne si sarebbe reso responsabile anche di “adescamento di minori: per aver adescato con attenzioni, approcci complimentosi ma soprattutto elargizioni di danaro il minore chiedendo a lui foto di nudo”.