Punti nascita, la Regione: “Parte la riapertura”. Le Cicogne: “Beffa per raccogliere qualche voto”

14 gennaio 2020 | 15:51
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Punti nascita, la Regione: “Parte la riapertura”. Le Cicogne: “Beffa per raccogliere qualche voto”

Il percorso è avviato ufficialmente. Forza Italia: “La schizofrenia politica la fa da padrona”. Le Cicogne: “L’ennesima e cinica beffa sulla pelle delle donne per raccogliere qualche voto”

REGGIO EMILIA – Dopo il via libera di Roberto Speranza c’e’ gia’ un incontro fissato per la riapertura dei punti nascita in Emilia-Romagna. Governo, Regione e sindaci dei Comuni interessati si vedranno infatti giovedi’ 23, a pochi giorni dal voto regionale.

“Obiettivo dell’incontro – informa una nota della Regione – e’ quello di avviare immediatamente le procedure per riaprire quei punti nascita in applicazione delle disposizioni nazionali contenute nel patto per la Salute sottoscritto tra Governo e Regioni”.

Il percorso per la riapertura delle sale parto in montagna e’ dunque avviato anche ufficialmente, come informa viale Aldo Moro. Giovedi’ 23, dunque, il primo confronto a cui parteciperanno il sottosegretario Sandra Zampa, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’assessore regionale alla Sanita’ Sergio Venturi e i sindaci di Alto Reno Terme (Bologna), Pavullo nel Frignano (Modena), Castelnuovo Monti (Reggio Emilia) e Borgo Val di Taro (Parma).

Forza Italia: “La schizofrenia politica la fa da padrona”
Ma non si ferma la polemica politica. Il senatore forzista Enrico Aimi ribadisce le “responsabilita’ politiche” della Regione sulla chiusura dei punti nascita. “Era il 2017 quando l’assessore regionale alla Sanita’, Sergio Venturi, sulla chiusura dei punti nascita dichiarava: ‘Fra qualche anno riconoscerete che abbiamo avuto ragione’. E invece, a distanza di qualche anno, e’ Bonaccini a disconoscere le parole del suo assessore alla Sanita’, annunciando con enfasi che riaprira’ i punti nascita della montagna. E, consentiteci, qui la schizofrenia politica la fa da padrona”. Negli ultimi cinque anni, scrive ancora Aimi in una nota, “e’ mancata del tutto la volonta’ politica di riaprire i presidi di assistenza al parto di Borgotaro, Pavullo e Castelnovo ne’ Monti: la possibilita’ c’era e risiedeva in una dettagliata richiesta di deroga al ministero. Oggi Bonaccini ne promette la riapertura sostenendo che il ministro Speranza ha avviato la revisione del Dm 70. Un modo per scrollarsi di dosso responsabilita’ precise, che sono tutte della politica e del Pd in particolare”. E allora, conclude il senatore azzurro, “si tenta di correre malamente ai ripari, pensando che gli abitanti della montagna abbiano dimenticato. Stavolta non sara’ cosi’. Nessuno ha dimenticato, e il 26 gennaio e’ sempre piu’ vicino”.

Le Cicogne: “L’ennesima e cinica beffa sulla pelle delle donne per raccogliere qualche voto”
Sulla vicenda intervengono anche le Cicogne di Montagna che scrivono: “Vorremmo poter dire: ‘Abbiamo vinto!’. Ma il cuore e la testa ci dicono che è solo l’ennesima e cinica beffa sulla pelle delle donne, per raccogliere qualche voto. Dopo 5 anni di lotta, a 13 giorni dalle elezioni e in una girandola di fakenews, Bonaccini torna ad annunciare la riapertura dei punti nascita della montagna emiliana, esattamente come un anno fa. Ma come un anno fa, non dice che li riapre lui, ma li riapre il Ministro Speranza, sconfessando quanto da anni sostengono i ministri del M5S. C’è solo un modo per dimostrare onestà d’intenti: Bonaccini faccia subito, prima delle elezioni, delibera di riapertura dei punti nascita di Castelnovo, Borgotaro, Pavullo e Porretta. Ci penseranno poi le Ausl a predisporre il servizio. Noi festeggeremo solo quando quel giorno arriverà”.