Iscrizioni scuola, Unindustria: “Puntare su indirizzi coerenti con economia territorio”

13 gennaio 2020 | 12:12
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Iscrizioni scuola, Unindustria: “Puntare su indirizzi coerenti con economia territorio”

A inizio 2020 le imprese reggiane dovranno assumere almeno 660 diplomati nell’indirizzo meccatronico, 310 in quello elettronico e 110 informatici, ai quali si sono aggiunti 540 laureati tra ingegneri ed informatici

REGGIO EMILIA – Entro il 31 gennaio gli studenti di terza media – e le loro famiglie – dovranno decidere a quale scuola superiore iscriversi. Per poter fare una scelta consapevole, lo studente dovrebbe interrogarsi anche su quali saranno le professioni che potrà svolgere e quali competenze saranno richieste.

Per aiutare le famiglie in questa scelta, nei mesi scorsi Unindustria Reggio Emilia ha partecipato a numerosi incontri con studenti e genitori per informarli su sbocchi occupazionali offerte del mercato del lavoro. Decine di imprese hanno aperto le porte a oltre 2.000 ragazzi per illustrare le numerose opportunità che il sistema industriale offre ai giovani.

Claudio Galli, Vicepresidente Unindustria Reggio Emilia delegato all’Education, interviene nuovamente sul tema a pochi giorni da questa importante scadenza: “La scelta del percorso di studi è un passaggio fondamentale nella vita dei giovani: anche da questo dipenderà il successo nelle sfide del lavoro e della vita. La carenza di neodiplomati e neolaureati, soprattutto per figure tecniche, scientifiche e ingegneristiche, rischia di essere un ostacolo allo sviluppo delle aziende e del territorio”.

E fornisce qualche numero. A inizio 2020 l’Osservatorio Excelsior stima che le imprese reggiane dovranno assumere almeno 660 diplomati nell’indirizzo meccatronico, 310 in quello elettronico e 110 informatici, ai quali si sono aggiunti 540 laureati tra ingegneri ed informatici. Non aiuta l’antico e infondato pregiudizio che limita l’accesso delle ragazze ai percorsi di istruzione tecnico-scientifici. Sempre più donne dimostrano, con brillanti percorsi di studi e di carriera, che i tempi sono cambiati. Non possiamo fare a meno di migliorare quantità e soprattutto qualità, dell’occupazione femminile”.