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Iran: “Anche la morte di Trump non vendicherà Soleimani”

6 gennaio 2020 | 18:44
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Iran: “Anche la morte di Trump non vendicherà Soleimani”

Il presidente Usa rilancia la minaccia di colpire anche “siti culturali iraniani in caso di rappresaglia di Teheran” per l’uccisione di Soleimani. Milioni di persone a Teheran per i funerali

REGGIO EMILIA – “Anche se colpissimo tutte le basi Usa, o uccidessimo Trump o il suo ministro della Difesa, non sarebbe sufficiente a vendicare l’uccisione di Qassem (Soleimani). Solo l’espulsione degli americani dalla regione lo sarà”. Lo ha detto il brigadiere generale Amir Ali Hajizadeh, comandante delle unità aerospaziali dei Pasdaran, durante i funerali delle generale Soleimani a Teheran.

I ministri degli Esteri dell’Unione europea si riuniranno venerdì prossimo a Bruxelles in un vertice straordinario per discutere della crisi in Iran e Iraq. Secondo quanto si apprende a Bruxelles, non è escluso che si discuterà anche della questione libica.

Per la seconda notte consecutiva, razzi Katyusha si sono abbattuti sul centro di Baghdad, provocando sei feriti, secondo quanto riferisce la televisione satellitare panaraba Al Jazeera. Tre razzi sono caduti nella superfortificata Green Zone, dove hanno sede diverse ambasciate tra cui quella americana. Due, in particolare, hanno colpito vicino alla sede diplomatica. Altri tre sono caduti nell’area di Jadriya, secondo fonti militari.

Intanto Ali Akbar Velayati, consigliere del leader iraniano Ali Khamenei, citato da Farsnews minaccia: “Se gli Stati Uniti non ritirano le forze dalla regione, affronteranno un altro Vietnam”. “Nonostante le vanterie dell’ignorante presidente degli Stati Uniti, l’Iran intraprenderà un’azione di ritorsione contro la stupida mossa degli americani che li farà pentire”, ha sottolineato.

I militari americani devono essere cacciati dall’Iraq: è quanto ha chiesto domenica il Parlamento iracheno al governo di Baghdad. La prima risposta al blitz americano in cui venerdì notte è stato ucciso il generale Qassem Soleimani è di natura politica, ma potenzialmente più incisiva dell’attesa rappresaglia iraniana. Con un’altra contromossa, Teheran ha annunciato un’ulteriore riduzione dei suoi obblighi relativi all’intesa nucleare del 2015, riservandosi di rendere operativo un numero illimitato di centrifughe per l’arricchimento dell’uranio.

E oggi il presidente degli Stati Uniti Donald Trump rilancia la minaccia di colpire anche siti culturali iraniani in caso di rappresaglia di Teheran per l’uccisione del generale Qassam Suleimani, nonostante si tratti di crimini di guerra. “A loro è consentito uccidere, torturare e mutilare la nostra gente e a noi non è consentito toccare i loro siti culturali? Non funziona così”, ha detto il presidente, rientrato alla Casa Bianca ieri sera.

Dopo il voto del parlamento iracheno sulla risoluzione non vincolante per l’uscita delle truppe americane dal Paese, Trump ha minacciato non solo “grandi sanzioni” ma anche di farsi restituire i soldi spesi per la base militare Usa. “Abbiamo lì una base straordinariamente costosa, costruirla è costato miliardi di dollari, ben prima che io mi insediassi. Non ce ne andremo a meno che non ci restituiscano i soldi”, ha detto il presidente americano.

Intanto, la Camera Usa, controllata dai dem, voterà questa settimana una risoluzione sui poteri di dichiarare guerra per limitare eventuali azioni militari contro l’Iran da parte del presidente Donald Trump. Lo ha annunciato la speaker Nancy Pelosi in una lettera ai deputati, spiegando che l’aula introdurrà e voterà una risoluzione simile a quella presentata la scorsa settimana in Senato dal senatore dem Tim Kaine.

Telefonata Conte-Salih in cui il premier ‘ha espresso al presidente iracheno la preoccupazione e il conseguente sforzo europeo volto ad esercitare la massima pressione diplomatica per un abbassamento della tensione nel Paese e per fermare la spirale innescatasi in questi giorni’.

Ma la tensione resta altissima. Se gli Usa compiranno un nuovo attacco dopo la rappresaglia iraniana per l’uccisione del generale Qassem Soleimani, Teheran ”cancellera’ Israele dalle carte geografiche”. Lo ha affermato Mohsen Rezai, ex capo delle Guardie della rivoluzione, attualmente segretario del potente Consiglio per la determinazione delle scelte, un organo di mediazione fra le diverse istituzioni dello Stato. ”Le truppe Usa saranno presto espulse dalla regione”, ha aggiunto Rezai, citato dall’agenzia Fars, parlando questa sera ad una commemorazione di Soleimani a Teheran. “Se l’Iran dovesse attaccare qualunque persona o obiettivo americano gli Stati Uniti colpiranno subito anche in maniera sproporzionata”: e’ la nuova minaccia su Twitter di Donald Trump. “Questi post serviranno come notifica al Congresso”, aggiunge Trump, che afferma come “nessun avviso legale e’ richiesto, e cio’ nonostante viene fornito!”

Trump aveva già affermato in precedenza che se l’Iran avesse colpito americani o asset americani, gli Usa avrebbero colpito molto duramente. Spiegando che gli Stati Uniti hanno già individuato 52 siti iraniani che potranno essere attaccati molto rapidamente: 52 come il numero degli “ostaggi americani presi dall’Iran molti anni fa” nell’ambasciata Usa a Teheran. Da Teheran invece il ministro iraniano della Difesa Amir Hatami, citato dall’Irna, ha chiesto a tutti i paesi del mondo “di prendere posizione appropriata contro le mosse terroristiche degli Usa, se vogliono evitare che si ripetano atti odiosi e senza precedenti come l’uccisione del generale”

Una folla di milioni di persone ha invaso oggi le strade di Teheran per partecipare alla cerimonia funebre per il comandante delle forze di Qods Qassem, Soleimani. A guidare le preghiere Ali Khamenei, guida Suprema dell’Iran. Ieri una marea umana ha invaso le strade di Ahvaz, in Iran, per il primo corteo funebre in memoria del generale