Chernobyl, si cercano famiglie reggiane per accogliere i bambini

21 gennaio 2020 | 12:04
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Chernobyl, si cercano famiglie reggiane per accogliere i bambini

Fino al 23 febbraio sarà possibile iscriversi ai programmi di accoglienza per ospitarli nei mesi di giugno, luglio e agosto

REGGIO EMILIA – Sino al 23 febbraio 2020, sarà possibile iscriversi ai programmi di accoglienza di bambini provenienti dalle zone colpite dal disastro nucleare di Chernobyl per i mesi di giugno, luglio e agosto organizzati dall’associazione Polriva di Suzzara. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere allo 0376531713 oppure scrivendo a segreteria@polriva.it o in alternativa visitando il sito www.polriva.it, il profilo facebook: polrivasuzzara o instagram: polrivaonlus.

I programmi di accoglienza temporanea in Italia rappresentano un’esperienza unica in Europa, attraverso la quale diviene chiaramente visibile la vocazione solidaristica dei cittadini, delle famiglie e delle realtà associative del nostro territorio. Dal 1986 (anno della catastrofe nucleare di Chernobyl) ad oggi, sono stati migliaia – oltre 550.000 solo negli ultimi vent’anni – i minori stranieri che hanno potuto vivere momenti significativi ed esperienze importanti per la loro salute, il loro benessere, la loro crescita grazie al lavoro e all’attenzione di enti, associazioni e famiglie.

I bambini dalla Bielorussia vengono a passare uno o due mesi in Italia ospitati presso famiglie che si offrono volontariamente; alla fine del periodo di vacanza i bambini tornano in Bielorussia, presso le loro famiglie o presso l’istituto che li ospita in caso di problemi familiari, per ritornare magari in Italia l’anno successivo presso la stessa famiglia ospitante. L’unico rimedio sino ad ora conosciuto è quello di allontanare periodicamente questi bambini dalle loro zone di residenza consentendo loro di smaltire, seppur parzialmente, una certa quantità di radio contaminazione incamerata nell’organismo.

Le accoglienze sono storie di paure che svaniscono e di coraggio, di gratitudine, di consapevolezza che l’amore è più importante di qualsiasi regalo e di quanto sia fondamentale (ri)conquistare la forza di credere in un futuro migliore. Sono storie di scoperta e apprendimento, di nuovi impulsi e possibilità, storie d’incontro con culture diverse e di confronto, che è sempre utile, ma è fondamentale per un bambino che vive una situazione di disagio, abbandono, povertà e mancanza di punti di riferimento. E sono storie di straordinaria normalità: “Il sedersi a tavola, tutti insieme, come una famiglia vera, come non mi succedeva da mesi”, quella normalità che un bambino si augura di avere sempre nella vita. Sono storie di cambiamenti positivi, di vite che si aprono a nuovi respiri e orizzonti proprio grazie alle persone che non sono indifferenti.

Per ospitare non serve una casa grande, avere grandi disponibilità finanziarie, avere necessariamente dei figli piccoli, conoscere la lingua russa; semplicemente serve garantirgli vitto, alloggio e tanto affetto, avere un po di tempo da dedicargli, renderlo partecipe della quotidianità familiare. Solitamente si può chiedere di ospitare un maschietto o una bimba, l’età consentita va dagli 7 anni in poi. Non bisogna pensare che i bimbi siano portatori di malattie che possano nuocerci: il problema purtroppo è solo loro.