Allarme bomba a Bibbiano, la Bedogni: “Manifestazione 23 gennaio, Lega e Sardine facciano un passo indietro”

16 gennaio 2020 | 13:13
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Allarme bomba a Bibbiano, la Bedogni: “Manifestazione 23 gennaio, Lega e Sardine facciano un passo indietro”

Il sindaco di Cavriago, con delega i servizi sociali dell’Unione: “Chi ambisce a responsabilità di governo, in particolare, dovrebbe riflettere su quello che sta accadendo”

BIBBIANO (Reggio Emilia) – “Il buon senso dovrebbe suggerire a Lega e Sardine di fare un passo indietro rispetto alla manifestazione del 23 gennaio (Salvini ha deciso di chiudere quel giorno la sua campagna elettorale a Bibbiano e le Sardine hanno organizzato, nella stessa data, una contromanifestazione, ndr). Ma, in particolare, ci rivolgiamo alla Lega perché, chi ambisce ad avere responsabilità di governo, dovrebbe riflettere sulla situazione che si è creata a Bibbiano”.

La richiesta è arrivata da Francesca Bedogni, sindaco di Cavriago, con delega ai servizi sociali dell’Unione val d’Enza, ma anche da presidente dell’Unione, Franco Palù, sindaco di San Polo. All’incontro con la stampa, oggi a mezzogiorno, indetto dopo l’allarme bomba che ha costretto ad evacuare il municipio di Bibbiano e la sede dei servizi sociali, era presente anche il vicesindaco di Bibbiano Paola Tognoni che ha preso il posto del primo cittadino Andrea Carletti, indagato nell’inchiesta di Bibbiano (quest’ultimo, anche se non ha più l’obbligo di dimora, non ha ancora deciso di rientrare in municipio, ndr).

Il sindaco di San Polo, Franco Palù, invece, ha fatto riferimento alla “strategia della tensione”, negli anni Settanta e ha detto: “Non sono un complottista, ma a memoria mi ricordo che negli anni Settanta c’era la strategia della tensione. Le stragi di Piazza Fontana e altri eventi, il fatto che la gente si sentisse insicura, la portava a chiedere l’intervento dell’uomo forte. Tengo a precisare che questa è una mia congettura e non dell’Unione val d’Enza”.

Ha aggiunto la Bedogni: “Nessun lavoratore dovrebbe andare a lavorare temendo per la propria sicurezza. Un operatore spaventato, confuso e arrabbiato non è nello stato d’animo migliore per lavorare. La nostra intenzione è di ripristinare condizioni di normalità e di riapire i servizi domani. Oggi restano chiusi”.