Vigilanza privata e sicurezza, multa da 3,5 milioni per Coopservice

17 dicembre 2019 | 14:29
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Vigilanza privata e sicurezza, multa da 3,5 milioni per Coopservice

Stangata dell’Antitrust contro una presunta intesa tra Allsystem, Coopservice, Italpol, Ivri e Sicuritalia ritenuta lesiva della libera competizione sul mercato

REGGIO EMILIA – Trenta milioni di multa: è la stangata dell’Antitrust contro una presunta intesa tra Allsystem, Coopservice, Italpol, Ivri e Sicuritalia ritenuta lesiva della libera competizione sul mercato. L’intesa, secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato Agcm, avrebbe avuto come risultato la spartizione di importanti gare d’appalto (due su tutte: Arca Lombardia ed Expo 2015) anche tramite un utilizzo disinvolto di strumenti quali il raggruppamento temporaneo delle imprese e il subappalto.

Il provvedimento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato è stato emesso lo scorso 12 di novembre e tra i casi che hanno portato alla condanna ci sono anche alcuni episodi che riguardano la vigilanza su treni e nelle stazioni Trenord, agli aeroporti di Malpensa e Linate, ma anche in Expo 2015.

Il pronunciamento dell’Antitrust, che è una sorta di primo grado, visto che può essere impugnato davanti al Tar del Lazio, ha condannato al pagamento di oltre 30 milioni di euro, a carico di nove diverse società.

Nel dettaglio 5 milioni 443mila 923 euro dovranno essere pagati dalla società Allsystem Spa; 3.514.730 dalla Coopservice S.Coop.p.A.; 7.264.520 euro dalla Italpol Vigilanza Srl e dalla MC Holding Srl, in solido fra loro; 5.488.998 dalla Ivri Spa, dalla SKIBS Srl e Biks Group Srl, in solido fra loro; 8.328.592 di euro infine sono a carico della Sicuritalia Spa e Lomafin SGH Spa, in solido fra loro.

Nelle 129 pagine di testo, il provvedimento procede su 340 punti di merito, in cui vengono ricostruiti gli accordi attraverso cui le società sono arrivate a “condizionare gli esiti delle gare per i servizi di vigilanza attraverso l’eliminazione del reciproco confronto concorrenziale e la spartizione dei lotti”. In sostanza, secondo l’accusa, di volta in volta, una società vinceva la gara e avrebbe consentito un subappalto alle altre, per poi lasciare che un’altra si aggiudicasse un’altra gara (ricevendo in cambio un subappalto).