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Un fiume di droga a Reggio Emilia, in manette presunto trafficante

13 dicembre 2019 | 11:40
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Un fiume di droga a Reggio Emilia, in manette presunto trafficante

Un nigeriano di 36 anni è finito in manette con un connazionale: secondo gli inquirenti importava chili di marijuana nella nostra città

REGGIO EMILIA – La polizia ha arrestato un presunto trafficante di droga nigeriano che, secondo gli inquirenti, importerebbe importanti carichi di marijuana nella nostra città grazie a giovani corrieri connazionali. Curiose, anche, le modalità utilizzate per nascondere l’odore dello stupefacente: profumi sulle confezioni o parti di carcasse di animali negli zaini.

La squadra mobile ha arrestato, mercoledì scorso, due cittadini nigeriani che avevano, complessivamente, 900 grammi di marijuana. Il primo arrestato, Isaiah Uwadia Ikechukwu, 36 anni, è stato rintracciato al parco di Marte e aveva con sé alcune dosi di marijuana già pronte per la cessione.

La perquisizione domiciliare delle abitazioni di via Turri e via Magenta nella disponibilità dell’arrestato (formalmente residente in via Turri) hanno permesso di rintracciare un altro nigieriano, Jacob Azobu, 25 anni, che è stato arrestato pure lui perché nella sua abitazione sono stati trovati 800 grammi, circa, di marijuana.

Uwadia, in particolare, era monitorato da tempo dalla polizia, poiché è considerato dagli inquirenti l’organizzatore e il destinatario di vari carichi di marijuana importati nella nostra città: il 22 ottobre scorso quando era finito in manette un nigeriano con circa tre chili di stupefacente e il 16 novembre quando era stato arrestato un altro nigeriano con oltre un chilo di droga. Infine l’otto dicembre quando un altro corriere, sempre nigeriano, era stato arrestao con oltre due chili di stupefacente.

L’operazione ha certamente inferto un grave colpo al traffico di marijuana cittadino: dalle indagini, infatti, è emerso come, a causa dei numerosi sequestri operati, non si riusciva più a trovare in città marijuana da acquistare, tanto che l’arrestato aveva dovuto ampliare il proprio raggio di azione mandando i propri corrieri a Roma per procacciarsi lo stupefacente.