Tumore al seno, Reggio Emilia guida una ricerca internazionale

16 dicembre 2019 | 18:13
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Tumore al seno, Reggio Emilia guida una ricerca internazionale

Nella nostra provincia sono ogni anno circa 500 le donne colpite da tumore al seno: il tasso di sopravvivenza a cinque anni e’ del 90% circa

REGGIO EMILIA – La nostra città guida un progetto di ricerca internazionale sullo screening “su misura” del tumore al seno. L’Ausl Irccs e’ stata infatti scelta come capofila per condurre l’indagine “Mypebs”, che riguardera’ circa 85.000 donne tra i 40 e i 70 anni residenti oltre che in Italia (dove saranno 30.000), in Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda, Israele e Stati Uniti.

Il nuovo approccio che viene sperimentato contrappone allo screening tradizionale, che si effettua con cadenza regolare ed esami “standard” in base alla fascia di eta’ (che determina un certo tasso di rischio di sviluppare la patologia), un’indagine piu’ accurata e nei fatti “personalizzata”, che tiene conto anche della storia clinica e familiare delle pazienti, della densita’ delle mammelle e di circa 300 “polimorfismi” del dna, cioe’ variazioni minime nella struttura genetica utili a individuare la malattia.

Oggi, giorno dell’avvio operativo del progetto, sono gia’ tre le donne di Reggio Emilia che hanno accettato di partecipare. A livello provinciale saranno a regime 5.000. Di queste, 2.500 si sottoporranno agli esami regolari, le altre a quelli sperimentali (le partecipanti saranno inserite in un gruppo o nell’altro a random) e dal raffronto dei risultati verranno sviluppate le “migliori linee guida” per uno screening efficace.

L’Azienda sanitaria di Reggio Emilia, accreditata nel 2011 anche per la ricerca scientifica, e’ stata scelta come capofila per le buone prassi gia’ raggiunte in questi anni. Le donne che potrebbero contrarre un tumore al seno per motivi familiari sono 1.500 e gia’ da tempo “sorvegliate speciali”.

Inoltre il punto di partenza per tutte le pazienti, sia quelle inserite nel programma standard, sia nel progetto di ricerca, sara’ un esame di “tomosintesi” mammaria, gia’ piu’ avanzata rispetto alla normale mammografia.

In base alle analisi effettuate, si prevede la creazione di sei differenti percorsi di screening. Sempre in provincia di Reggio sono ogni anno circa 500 le donne colpite da tumore al seno: il tasso di sopravvivenza a cinque anni e’ del 90% circa. Cristina Marchesi, direttore sanitario Azienda Ausl-Irccs di Reggio Emilia, sottolinea: “Questo progetto nasce dalla consapevolezza che le donne hanno un rischio diversificato di ammalarsi di tumore alla mammella. Nella nostra provincia abbiamo gia’ in mano uno strumento efficace ma vogliamo migliorare e cioe’ tentare di arrivare ad uno screening ‘personalizzato’, suddividendo le donne per profilo di rischio e a seconda di quello fare gli esami idonei per tale profilo”. Per cambiare, chiude Marchesi volgiamo avere la certezza di migliorare: ecco perche’ abbiamo aderito alla ricerca”.

Le potenzialita’ di questo progetto, dice il direttore scientifico dell’Ausl Massimo Costantini, “sono quelle di individuare un metodo per offrire la migliore prevenzione per un determinato paziente in un determinato momento”. Il “mondo della ricerca standard e di quella personalizzata erano inconciliabili, ora cade un muro”, commenta il direttore del servizio di epidemiologia Paolo Giorgi Rossi. Pierpaolo Pattacini, direttore della struttura complessa di Radiologia illustra le modalita’ di “reclutamento” delle pazienti nel progetto, che dura otto anni ed e’ finanziato con 12,4 milioni del programma “Horizon 2020”.