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Tentato sequestro di imprenditore, la mente era un autista di Seta

12 dicembre 2019 | 17:45
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Tentato sequestro di imprenditore, la mente era un autista di Seta

L’imprenditore di Bologna scampato a un sequestro, grazie ai carabinieri, e’ un uomo quarantenne e sembra non sospettasse del disegno portato avanti dalla banda che voleva rapirlo e torturarlo

REGGIO EMILIA – L’imprenditore di Bologna scampato a un sequestro, grazie ai carabinieri, e’ un uomo quarantenne e sembra non sospettasse del disegno portato avanti dalla banda che voleva rapirlo per costringerlo ad alcune transanzioni bancarie milionarie su conti esteri. L’idea iniziale era quella di rapirlo nella sua citta’, Bologna, ma nonostante tanti sopralluoghi a capannoni e appartamenti non era stato trovato nessun luogo adatto.

Cosi’, si e’ scelto per Milano, dove un altro imprenditore avrebbe fornito la disponibilita’ di una casa, rendendosi pure disponibile ad agganciare nella stessa citta’ una ‘manovalanza napoletana’ utile al sequestro, fornita grazie ad un altro napoletano considerato contiguo al clan Formicola. È quanto emerge attorno al blitz, dei carabinieri di Bologna e Milano, contro la banda che voleva sequestrare l’imprenditore informatico.

Cruciale, in particolare, si e’ mostrata la collaborazione tra Procure e Arma sull’asse Milano-Bologna. Gli 11 fermi per sequestro di persona in concorso firmati dalla Procura di Bologna (sostituto Enrico Ceroni e procuratore Giuseppe Amato) ed emessi nelle province di Milano, Verona e Napoli sono da convalidare tra oggi e domani.

Ci si e’ arrivati oggi nell’ambito di un’inchiesta milanese, avviata mesi fa, su un’associazione a delinquere attiva nelle frodi telematiche nel cui ambito erano spuntati alcuni debiti in capo a soggetti radicati a Milano e a San Bonifacio, nel veronese: e’ dopo che la Procura di Milano ordina sequestri su alcuni conti correnti, per oltre 300.000 euro, che nell’associazione e in ambienti affini spunta l’idea del sequestro.

Per realizzarlo si ricorre ad alcuni napoletani, inviati ai loro complici attivi a Reggio Emilia, ma di origine partenopea a loro volta, tramite un personaggio vicino al clan Formicola di San Giovanni a Teduccio. I due ‘reggiani’ sono un autista di autobus Seta, Salvatore Guzzo, 47 anni, considerato la mente del sequestro e fermato l’altra sera al capolinea della sua corsa attorno alle 22 dagli uomini dell’Arma, e un nullafacente pregiudicato, Antonio Cerqua, di 56 anni. L’autista ha piccoli precedenti di polizia, ma non e’ mai stato in carcere e non registrerebbe condanne.

Entrambi i reggiani, insieme ad una coppia di complici del veronese, fratello e sorella, si rivolgono dunque ai napoletani per il sequestro. Vengono assoldate quattro persone, che nella notte del 10 dicembre salgono verso Milano per mettere in pratica il disegno criminoso ma appunto vengono fermate. In sostanza, nella banda il ruolo dei reggiani era quello di dirigere le attivita’ criminose, “un ruolo importante e per cui ci saranno altre attivita’ d’indagine per delineare meglio contesto e partecipazione”, rimarca fra l’altro il comandante provinciale dei Carabinieri di Bologna Pierluigi Solazzo.

Il quale evidenzia come “la necessita’ di provvedere a un fermo giudiziario applicato allo stesso tempo in diversi luoghi del territorio nazionale, nelle province di Verona, Reggio Emilia e Milano, ha comportato una notevole sinergia tra carabinieri di Milano e quelli di Bologna”. Durante le indagini e’ emerso che alcuni componenti della banda si erano resi protagonisti di una rapina da 16.000 euro (ma gli esecutori materiali dissero ai complici ‘10.000 euro’…) in una sala slot di via Emilia ovest a Modena, l’11 novembre.

Per questo, stamattina sono state eseguite alcune ordinanze di custodia cautelare in carcere dal gip di Bologna, che hanno riguardato sei soggetti: tre erano proprio i ‘manovali’ napoletani, che si erano recati a Modena per compiere la rapina, due erano i ‘reggiani’, un altro era un cittadino di origine marocchina di Castelfranco Emilia (fonte Dire).