Siria, il professor Firas: “Produzione arti artificiali, l’embargo ci ostacola”

8 dicembre 2019 | 11:19
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Siria, il professor Firas: “Produzione arti artificiali, l’embargo ci ostacola”

Il responsabile del corso di Bioingegneria medica che sta portando avanti il progetto Damasco: “Questa situazione sta facendo soffrire la popolazione e crea grossi problemi al nostro lavoro”

REGGIO EMILIA – “L’embargo a cui è sottoposta la Siria sta facendo soffrire la popolazione e crea grossi problemi alla nostra produzione di arti artificiali”. Lo dice in un’intervista a Reggio Sera il professor Firas Al Hinnawi (nella foto a sinistra), responsabile del corso di Bioingegneria medica dell’Università di Damasco che si sta occupando del “Progetto Damasco”, un’iniziativa di ricerca relativa a un laboratorio per la stampa di protesi artificiali destinati ai mutilati di guerra in Siria.

Il progetto è stato reso possibile grazie all’associazione “Amar costruire solidarietà” e alla generosità dei cittadini, delle cooperative, dei sindacati, delle associazioni, dei circoli di tutta la provincia di Reggio Emilia. Un evento si terrà giovedì 12 dicembre alle 20,30 al circolo Pigal di Reggio in via Petrella, per raccontare le fasi che hanno reso possibile la realizzazione del progetto “Arti artificiali per mutilati della guerra in Siria” e per presentare le nuove proposte.

Professor Firas, come procede la produzione di arti artificiali a Damasco?
La produzione sta andando molto bene.

Quanti arti artificiali avete prodotto?
Abbiamo prodotto circa 30 arti relativi alle parti superiori.

Qual è il problema più grosso che state affrontando in questo momento?
Il problema più grosso è l’elettricità. Stiamo subendo dei continui black out elettrici a causa della mancanza di petrolio nel paese (la Siria è sotto embargo, ndr). Stampare alcune parti degli arti superiori richiede anche 16 ore di lavoro continuativo da parte della stampante laser. Quando il processo si ferma per la mancanza di elettricità, dobbiamo rifare l’intero processo di nuovo gettando via tutti i materiali utilizzati. Abbiamo inoltre bisogno di trovare dei finanziamenti per alcuni lavori di ricerca per trasformare la mano meccanica in una elettronica.

Chi sono le persone che si rivolgono a voi?
Sono soprattutto bambini, ma anche adulti che sono stati feriti durante la guerra. Stiamo aiutando tutte le persone senza alcun tipo di distinzione etnica o religiosa.

Quanto sta influendo l’embargo sul vostro lavoro?
L’embargo sta colpendo la popolazione siriana molto duramente, specialmente noi che abbiamo bisogno di componenti che devono essere importati dall’Europa. Questa situazione ci impedisce di averli.