La Cisl al sindaco: “Serve un protocollo per via Turri”

24 dicembre 2019 | 09:04
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La Cisl al sindaco: “Serve un protocollo per via Turri”

Il sondaggio del sindacato e le risposte dei cittadini su come rendere più vivibile la zona stazione

REGGIO EMILIA – Problematica per molti, ma non per tutti. E comunque vale la pena non gettare la spugna e provare ancora a lavorare per risolvere le difficolta’ che affliggono via Turri a Reggio Emilia. A dirlo sono gli stessi reggiani, interpellati dalla Cisl che ha voluto sentire la loro opinione sulle maggiori problematicita’ e sui desiderata per la zona; hanno risposto in 143 (51% donne, eta’ tra 18 e 60 anni per l’83% e over 60 per il 17%; hanno risposto residenti, 59%, da fuori citta’, 33%, e abitanti del quartiere o nei paraggi, 8%).

“L’iniziativa – spiegano Domenico Chiatto ed Andrea Sirianni, segretari del sindacato che ha sede proprio in via Turri – e’ parte di un percorso che la Cisl ha avviato da tempo e che oggi cerca di raccogliere, in maniera propositiva, la percezione delle persone”. L’87% degli intervistati e’ stato in via Turri e zona stazione una o piu’ volte e il 75% la considera problematica, “ma stupisce che per il 14% delle persone e’ una zona da vivere, cosi’ come altre”, aggiunge la Cisl.

Risulta chiara la percezione della multietnicita’ del quartiere: il 54% delle persone sa che ci sono negozi di diversa nazionalita’, ma per il 17% sono ancora pochi. Al capitolo problematicita’, il 43% indica sanita’, prostituzione, spaccio; un 25% l’immigrazione con presenze non controllate. “Abbiamo rilevato di grande interesse – aggiungono i due sindacalisti – le richieste che emergono. Infatti, se il 41%, come prevedibile, richiede maggiore sicurezza, il 25% ritiene opportuna una politica abitativa che risponda alle esigenze delle famiglie”.

Un 15% suggerisce di attivare servizi simili a quelli di altre zone di Reggio; l’8% propone piu’ sforzi di aggregazione sociale, il 3% piu’ zone verdi o spazi qualificati. Solo il 6% degli intervistati non ha saputo rispondere a questa domanda. Un reggiano su due ascoltato dalla Cisl sa che gia’ esistono associazioni con progetti sociali su via Turri, mentre per il 15% ci sono iniziative sporadiche e solo il 19% ritiene che in questo quartiere non venga fatto nulla.

Non sfuggono anche alcuni vantaggi del vivere in questa zona: la vicinanza al centro e alla stazione (40%), il ridotto costo degli immobili (27%), il valore della interculturalita’ (10%, ed e’ un dato davvero di spicco” per la Cisl). Messi in fila i punti sul presente, il 50% degli intervistati chiede un controllo capillare delle abitazioni e di chi vi abita (il sondaggio e’ stato fatto prima dell’operazione di setaccio degli alloggi svolta dal Comune lo scorso novembre), il 30% piu’ iniziative culturali e sociali, il 13% piu’ servizi sanitari.

C’e’ un 47% che chiede di favorire l’insediamento di piccole attivita’ artigianali; il 24% di migliorare la mobilita’ e le sue infrastrutture (dai mezzi pubblici alle ciclabili e pedonali); il 23% incentivi al commercio. Per gli insediamenti abitativi: il 38% spinge per il recupero di spazi a fini della formazione anche di chi vi abita, il 30% per una migliore ridistribuzione delle famiglie, il 19% per piu’ affitti per studenti e lavoratori di altre province. Chiatto e Sirianni sottolineano che i temi posti dal sondaggio “coincidono esattamente” con quelli del Documento sulla zona stazione presentato al sindaco di Reggio nei mesi scorsi da 13 associazioni e dai sindacati.

E dunque torna l’invito ad “arrivare al piu’ presto alla definizione di protocollo aperto a contributo di tutti e che possa mettere in moto progetti strutturati nell’area di breve, medio e lungo periodo, ricercando il coinvolgimento attivo dei cittadini che la’ risiedono”. La Cisl spera che da gennaio, “l’annunciata disponibilita’ a sottoscrivere questo Protocollo” sfoci nella firma per avviare gruppi di lavoro su temi emersi dall’indagine.