In 10mila a Bologna per Bonaccini: “Ripartiamo dalle piazze”

7 dicembre 2019 | 19:45
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In 10mila a Bologna per Bonaccini: “Ripartiamo dalle piazze”

Il governatore uscente lancia la sua campagna elettorale: “Se l’Italia assomigliasse di piu’ all’Emilia-Romagna sarebbe un paese migliore”

REGGIO EMILIA – Diecimila persone in piazza Maggiore per il comizio di Stefano Bonaccini. È la stima ufficiale degli organizzatori quando e’ ormai entrata nel vivo la manifestazione di apertura della campagna elettorale del centrosinistra. “Sardine” presenti a titolo personale, la manifestazione di Piazza Maggiore e’ all’insegna dei partiti e delle liste elettorali a sostegno del presidente. Ampia maggioranza di bandiere Pd. In piazza c’e’ anche l’ex premier Romano Prodi per ascoltare il governatore uscente e ricandidato alla presidenza dell’Emilia-Romagna. Con lui la moglie Flavia e la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa.

Commenta il professore: “Sono contento. Qui c’e’ tanta gente. E’ un bel segnale. E’ una piazza bellissima”. E appena salito sul palco Stefano Bonaccini chiede subito un applauso di piazza Maggiore per l’ex premier.

Dice Bonaccini: “Era tanto tempo che non cominciavamo una campagna elettorale in piazza. Ci siamo accollati un rischio ma ne valeva la pena. I nostri avversari dicono che vogliono liberare l’Emilia-Romagna. Noi siamo gia’ liberi da 74 anni, cioe’ dalla liberazione ad opera dei partigiani. Ed e’ grazie a quella liberta’ che possono venire qua a dire queste stuidaggini”.

E aggiunge: “Nei prossimi cinque anni dovremo fare in modo che l’Emilia-Romagna diventi la prima regione a rendere universale il diritto al nido e alla scuola dell’infanzia. Dobbiamo azzerare le liste di attesa nella fascia zero-sei anni”. Quanto ai modelli alternativi proposti dalla Lega “ho molto rispetto per Lombardia e Veneto, ma non farei a cambio su niente”, ha detto Bonaccini. E ha aggiunto: “Se l’Italia assomigliasse di piu’ all’Emilia-Romagna sarebbe un paese migliore”.

“Se alzi i muri uccidi l’Emilia-Romagna”. Stefano Bonaccini immagina una regione aperta, “di ponti”, dal punto di vista sociale ed economico. “Se uccidi questi valori, non c’e’ piu’ questa terra”, ammonisce dal palco di piazza Maggiore, ricordando i record nell’export e nell’attrattivita’ di investimenti dall’estero e difendendo l’unita’ della regione.

Bonaccini

Dice il governatore uscente: “Il trattino tra Emilia e Romagna unisce. Eppure, c’e’ una destra che vuole dividere in due parti la regione, come se la forza venisse dalla separazione e dal conflitto. Solo se non hai senso delle istituzioni puoi dire di voler ‘prendere’ la Regione. Una terra non appartiene a un presidente, che e’ li’ pro tempore, ma ai suoi cittadini. Se dici che che qui lavora solo chi ha una certa tessera in tasca, offendi quelle migliaia di persone che ce la fanno grazie alle loro qualita’ e al loro impegno”.

Poi l’affondo sulla sanità. Dice Bonaccini: “Vogliono portare qui il mercato della salute. Hanno il testa solo la sanita’ privata. Noi invece vogliamo mettere davanti il servizio pubblico”. Il governatore uscente sollecita chiaramente il voto disgiunto in proprio favore. Cioe’ un voto di lista diverso rispetto a quello al candidato presidente. In particolare Bonaccini torna a chiamare gli elettori M5s. “Sara’ davvero la stessa cosa se vinco io o la Borgonzoni?”, si chiede il governatore Pd.

Nelle prossime settimane “ci rivolgeremo anche a quelli che votano 5 stelle. Non ho tirato la giacca a nessuno, ma non era meglio parlare di contenuti invece che arroccarsi e rischiare di essere irrilevanti?”. Dal palco Bonaccini ha anche reso omaggio alle sardine salutando Mattia Santori presente in piazza. Dice: “È giusto ripartire dalle piazze. Mi avevano sconsigliato di venire qui ma la piazza e’ strapiena”.

Bonaccini

Il comizio in piazza a Bologna di Stefano Bonaccini si chiude sulle note di Vasco Rossi, che canta che “tutto e’ possibile, un mondo migliore”. Il governatore uscente conclude: “Non possiamo promettere la luna ma dare ai nostri figli le opportunita’ che ci hanno dato i nostri padri. Non prometteremo mai il paradiso in terra, ma una terra forte e giusta di cui essere orgogliosi e dove far crescere i nostri figli”. Poi sul palco salgono salgono i candidati delle liste a sostegno del governatore e l’evento si chiude come era iniziato, sulle note di “Eppure Il vento soffia ancora”.