Bonaccini: “Voglio conquistare anche i voti M5S e Lega”

1 dicembre 2019 | 09:24
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Bonaccini: “Voglio conquistare anche i voti M5S e Lega”

Il governatore uscente sul palco di Italia Viva a Bologna: “Simbolo Pd? Neanche Zingaretti lo aveva”. E ancora: “Basta avere paura, torniamo nelle piazze. Se vinciamo qui mandiamo un messaggio a tutto il Paese”

REGGIO EMILIA – “Non c’e’ il simbolo del Pd nei miei manifesti elettorali? Andatevi a vedere la campagna di Zingaretti nel Lazio due anni fa, ne parlavo con Nicola ieri: non e’ che c’era il simbolo di un partito. Io mi candido ad una coalizione che stiamo componendo, molto larga e molto civica, fatta di forze politiche di movimenti civici, di persone che si candideranno come voi contribuendo alla lista del presidente”.

Lo ha detto ieri dal palco di Italia Viva a Bologna il governatore Stefano Bonaccini, alla convention di Matteo Renzi, al Teatro delle Celebrazioni. Ha aggiunto poi il presidente ricandidato sul colore verde che campeggia nei poster: “Non mi sembra che il verde sia il colore di qualche forza politica, tra l’altro la Lega non lo usa piu’, usa il bianco e il blu, del resto i Verdi dovrebbero arrabbiarsi altrimenti… Io l’ho usato perche’ volevo dare una risposta a questa esigenza di una svolta ambientalista ed ecologista, non tanto in Emilia-Romagna ma in Italia e nel mondo”.

Il governatore ha detto anche non bisogna aver paura delle piazze a sinistra e nel centrosinistra. Citando l’apertura formale della propria campagna elettorale sabato prossimo in piazza Maggiore a Bologna, parla delle sardine: “Non bisogna strumentalizzare quei ragazzi che sono andati in piazza, pero’ ho sentito risuonare valori e parole d’ordine molto simili, se non coincidenti, ai miei. Cosi’ qualche giorno fa, forse azzardando, sapendo che erano anni e anni che non aprivamo una campagna elettorale in piazza, ho deciso di programmare la partenza della mia e della nostra campagna elettorale in piazza Maggiore. Si rischia? Si’. Ma perche’ dobbiamo sempre aver paura? Proviamo a rischiare, proviamo ad andarci tutti insieme. Ognuno con le bandiere che gli pare”.

Continua Bonaccini dal palco renziano, a cavallo tra vecchie e nuove piazze a sinistra: “Non sono andato nelle piazze regionali delle sardine, ma davvero c’era una moltitudine di gente che mai avremmo immaginato. Ha ribaltato la narrazione secondo la quale solo Salvini le riempie oggi: anzi, proprio queste piazze costringono Salvini ad andare in luoghi un po’ piu’ piccoli oggi”. Anche il centrosinistra deve fare un po’ di mea culpa su questo. Dice Bonaccini: “Noi non li chiamavamo piu’, ma abbiamo visto che, quando qualcuno la chiama, questa gente in piazza ci va”.

Aggiunge Bonaccini: “Dall’Emilia-Romagna puo’ arrivare una risposta non per fermare qualcuno ma per far avanzare noi, con una proposta di governo che, se passa qui, possa dire anche a Roma che ci puo’ essere una prospettiva”. Una prospettiva utile “oggi per governare di nuovo l’Emilia-Romagna, dopo per tornare al Governo di questo bellissimo Paese. Se vinciamo in Emilia-Romagna possiamo mandare un messaggio anche al Paese”.

Dice poi, relativamente al M5S: “Voglio andare a conquistare qualche voto di chi ha votato 5 stelle, che invece di venire a discutere con noi di programmi, nonostante governiamo insieme il Paese, testardamente non vogliono nemmeno sedere al tavolo e vogliono andare da soli. E voglio conquistare anche qualche voto di chi ha votato Lega”.

Poi si rivolge agli ex Pd in sala: “Sapete che non ho condiviso quello che avete fatto, io rimango orgogliosamente nel Partito Democratico. Ma noi abbiamo bisogno di giocare una partita che allarghi il campo del centrosinistra”. Approfondisce Bonaccini: “Vi diro’ di piu’. Alle europee di maggio, la mano sinistra di molti elettori che hanno votato destra ha scelto i sindaci Pd e del centrosinistra. Dobbiamo chiedere a chi incontriamo, al di la’ di chi ha votato alle europee o alle politiche: in Emilia-Romagna si sta cosi’ male?”, evidenzia Bonaccini con riferimento ai capitoli welfare, sanita’ e imprese in primis (fonte Dire).