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Bomba in tribunale: allarme rientrato

20 novembre 2019 | 10:41
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Bomba in tribunale: allarme rientrato

Per precauazione è stata isolata anche l’area del parcheggio. Sul posto ci sono polizia e carabinieri. La solidarietà di Vecchi

REGGIO EMILIA – Allarme bomba in tribunale: il palazzo di giustizia è stato evacuato. L’allarme è scattato verso le nove quando un uomo ha chiamato il 115 dei vigili del fuoco segnalando la presenza di un ordigno dentro alla struttura. Pare che chi ha chiamato avesse un accento calabrese. L’uomo avrebbe l’eventuale scoppio della bomba per le 11. La stessa ora in cui oggi i militari modenesi hanno illustrato i dettagli di un maxi sequestro di beni (per 9 milioni) ad affiliati alla ‘ndrangheta della cosca Grande Aracri.

L’allarme è stato poi passato al comando provinciale dei carabinieri che ha provveduto, con la collaborazione delle volanti della questura, all’evacuazione degli uffici per poi procedere all’attività di bonifica, tuttora in corso, da parte dei militari che si stanno avvalendo di unità cinofile del nucleo carabinieri di Bologna insieme ai colleghi artificieri del capoluogo felsineo.

Sul posto anche il comandante dei carabinieri, il colonnello Cristiano Desideri. Sono in corso le indagini per risalire alla persona che ha telefonato. Verso le 12 l’allarme è rientrato e la situazione e’ tornata alla normalita’. Una cinquantina gli uomini delle Forze dell’ordine – tra Polizia e Carabinieri – che sono stati impiegati nella ricerca del presunto ordigno.

Il sindaco Vecchi esprime “solidarieta’ e vicinanza” ai vertici del Tribunale, a tutti i dipendenti e ai lavoratori che si trovavano stamattina nel palazzo di giustizia cittadino, evacuato per un allarme bomba. “Ringrazio le Forze dell’ordine per l’intervento tempestivo compiuto, che ha permesso di scongiurare qualsiasi tipo di rischio per le persone”. Si e’ trattato, conclude il primo cittadino, “di un falso allarme, cio’ non di meno la comunita’ reggiana continuera’ a tenere alta la guardia perche’ i luoghi sedi di istituzioni dello Stato non siano piu’ fatti oggetto di simili situazioni”.