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Conte: “Mai parlato con Barr, neanche per telefono”

23 ottobre 2019 | 19:49
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Conte: “Mai parlato con Barr, neanche per telefono”

Premier dopo l’audizione al Copasir: “Russiagate, Conte al Copasir: “Cosa facevano Salvini e Savoini con gli 007 russi?”

REGGIO EMILIA – “E’ completamente falso che il tweet del presidente Trump sia collegato al caso Barr. Trump non mi ha mai parlato di quest’inchiesta”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine dell’audizione al Copasir.

E ha aggiunto: “Vorrei anche chiarire che io non ho mai interloquito con Barr, né per telefono, né per iscritto, ho acceduto a questa interlocuzione al fine di chiarire che non avevamo elementi di coinvolgimento nel caso sollevato dai servizi Usa del nostro reparto di intelligence, né di singoli dipendenti”.

“Sono intervenuto al Copasir ai sensi dell’art. 33 della legge 124, che prevede che il responsabile dell’autorità del controllo dell’intelligence debba riferire semestralmente. Quindi non sono stato convocato sul caso Barr, ma io stesso, non appena ho saputo della nomina del nuovo presidente ho scritto che si svolgesse quest’incontro ordinario e con l’occasione non mi sono affatto sottratto”.

“E’ stato detto che la richiesta americana di uno scambio di informazioni è stata fatta in agosto durante la crisi di governo. Falso, la richiesta risale a giugno”. “Non posso declinare tutti i dettagli della vicenda, le attività afferivano soprattutto alla primavera estate 2016 e riguardavano anche informazioni su Mifsud. E’ stato chiarito che non avevamo informazioni. Nell’incontro del 27 settembre “è stato chiarito che alla luce delle verifiche fatte la nostra intelligence è estranea a questa vicenda (il Russiagate, ndr), abbiamo rassicurato gli Usa di questa estraneità”

E ha aggiunto: “Tra le varie illazioni ed opinioni legittime è stato ipotizzato che avrei dovuto informare singoli ministri o leader politici della interlocuzione. Avverto una grande responsabilità, che qualcuno rappresenta come un potere, sull’intelligence. Cerco di interpretare questo compito nel rispetto della legge: la responsabilità della sicurezza il premier non la può dividere con ministri o leader, se l’avessi condivisa con persone non legittimate avrei violato la legge”.

E fa notare: “Se tornassi indietro non farei e non potrei fare diversamente, perché questa indagine preliminare che conduce un nostro alleato e che Barr, responsabile del controspionaggio e dell’Fbi, sta portando avanti, in cui c’è una tipica attività di intelligence. Se ci fossimo rifiutati di sederci a un tavolo io dico che allora avremmo recato sì un danno alla nostra intelligence, oltre a produrre una grave slealtà nei confronti di un alleato storico”.

Aggiunge il premier: “La richiesta Usa era in riferimento ad agenti americani di stanza a Roma che hanno operato su territorio italiano. In questo contesto, ma non è stato mai offerto nessun elemento, ci poteva essere l’eventualità che avessero operato con i nostri servizi. Ma abbiamo verificato ed effettuato riscontri documentali nei nostri archivi”. Se fosse stata coinvolta “la nostra intelligence” sarebbe “scattata una denuncia alla nostra autorità giudiziaria. La vicenda avrebbe preso una piega completamente diversa”.

Conteo sottolinea come sia “sorprendente” che Salvini non chiarisca caso Russia. Dice: “Io ho riferito la verità richiesta da Salvini, ho chiarito tutte le informazioni in mio possesso, mi sorprende come Salvini, che ha una grande responsabilità in quanto era ministro dell’Interno ma si è anche candidato a guidare il Paese, non avverta la responsabilità di chiarire una vicenda. Siamo al di là di un’opinione o di una sensibilità istituzionale. Forse Matteo Salvini dovrebbe chiarire che ci faceva con Savoini con le massime autorità russe, il ministro dell’Interno, il responsabile dell’intelligence russa. Dovrebbe chiarirlo a noi e agli elettori leghisti. Dovrebbe chiarire se idoneo o no a governare un Paese. Sorprende come Matteo Salvini, che si è candidato a guidare il paese chiedendo pieni poteri non avverta la responsabilità di fare altrettanto, qui non c’è sensibilità istituzionale”.