Scuola, riaprono nidi e materne: a casa 30 precari

2 settembre 2019 | 14:46
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Scuola, riaprono nidi e materne: a casa 30 precari

Presidio di protesta davanti al municipio dei lavoratori a cui il contratto è scaduto il 3 luglio scorso e che non hanno potuto partecipare all’asta pubblica

REGGIO EMILIA – Una trentina di lavoratori precari degli asili e delle scuole dell’infanzia del Comune di Reggio Emilia (che riaprono oggi con migliaia di iscritti) da oggi resta a casa. Il contratto dei dipendenti – collaboratori e addetti ai servizi di cucina, ma anche insegnanti ed educatori – e’ scaduto lo scorso 3 luglio, ma un ‘cortocircuito’ amministrativo ha di fatto impedito loro di poterne chiedere il rinnovo.

Della vicenda si e’ fatto portavoce il sindacato autonomo Sgb, con uno sciopero “di solidarieta’” e un presidio di protesta, andato in scena questa mattina davanti al portone del municipio reggiano. “Da anni – spiega il sindacalista Giuseppe Raiola – il Comune di Reggio Emilia recluta parte consistente del personale non tramite concorso, ma con la cosiddetta ‘asta pubblica’, la vecchia ‘chiamata del giovedi’ dell’ex collocamento’. Cioe’ un’operazione che dovrebbe avvenire soltanto per prestazioni occasionali, ma oggi e’ diventata da eccezione a regola”.

Al centro delle contestazioni finisce quindi l’ultima di queste procedure, bandita dall’Istituzione nidi e scuole di infanzia il 9 maggio scorso. Il 16 aprile pero’, annunciandola, la funzionaria dell’ente comunale, Annamaria Mazzocchi. avvisava in una comunicazione interna: “E’ coinvolto solo il personale temporaneo. Chi sta lavorando come incaricato con un contratto fino a luglio purtroppo, in base alla normativa, non potra’ partecipare in quanto uno dei requisiti e’ l’essere disoccupati”.

Per essere ammessi alla selezione, in pratica, i lavoratori avrebbero dovuto essere iscritti ai Centri per l’impiego, ma l’iscrizione era loro preclusa dal fatto che in quel momento stavano lavorando.

Le reazioni dei precari (in totale 150 sugli oltre 500 dipendenti dell’Istituzione) non si erano fatte attendere e tuttavia lo “strappo” alla regola che avrebbe consentito loro di partecipare all’asta, sarebbe stato – a detta di Sgb – comunicato dal Comune a giochi gia’ fatti. “E’ una vergogna soprattutto per una citta’ che spesso si vanta di avere i servizi educativi, le scuole, e tutte le cose migliori del mondo, eccetto la tutela dei diritti dei lavoratori che sicuramente non appartiene a questa amministrazione comunale”, prosegue Raiola.

“Piu’ volte abbiamo chiesto spiegazioni all’assessore Raffaella Curioni ci sono stati incontri e una procedura di raffreddamento in Prefettura il 5 agosto. Ma dall’altra parte ci hanno dimostrato che dei lavoratori se ne fregano altamente, nonostante con la loro professionalita’ hanno consentito a questa amministrazione di tenere aperte le scuole del segmento di vita piu’ delicato della vita”.

Tra l’altro, viene fatto notare, “i lavoratori che partecipano alle aste sono convocati senza una graduatoria interna, si fa un colloquio e si assumono in maniera del tutto discrezionale. Ovviamente si tratta di persone con meno diritti dei colleghi che fanno lo stesso lavoro e che soprattutto versano nella condizione della piu’ totale di ricattabilita’”. Per risolvere la questione Sgb aveva chiesto al Comune di bandire un concorso, che e’ stato negato “cercando di dare una giustificazione tecnica a quella che e’ una decisione politica”.

La speranza e’ che ora venga bandito “per il 2020 o il 2021”. Al presidio erano presenti una trentina di persone, con anche lavoratori di altri settori pubblici e privati e sindacalisti Sgb di Bologna. L’assessore Lanfranco De Franco, andando in ufficio, si e’ fermato con i lavoratori, ne ha ascoltato le rivendicazioni, e promesso che riferira’ in giunta.