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Pompeo: “L’attacco iraniano al petrolio è un atto di guerra”

18 settembre 2019 | 19:38
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Pompeo: “L’attacco iraniano al petrolio è un atto di guerra”

L’Arabia Saudita mostra cruise e droni, sono iraniani. La replica di Teheran: “Riad non sa nulla”

REGGIO EMILIA – “L’attacco al petrolio da parte dell’Iran è un atto di guerra”. Così il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha definito l’attacco contro installazioni petrolifere saudite dopo l’incontro a Gedda con il principe ereditario Mohammed bin Salman. Militari sauditi hanno mostrato in una conferenza stampa a Riad un missile Cruise e droni usati nei recenti attacchi agli impianti petroliferi rivendicati dai ribelli yemeniti Houthi affermando che sono iraniani.

Mostrando i rottami di droni e di un missile cruise come presunte prove del coinvolgimento iraniano nell’attacco agli impianti petroliferi di Aramco, l’Arabia Saudita ha dimostrato che “non sa nulla”. Lo ha scritto su Twitter Hesameddin Ashena, consigliere del presidente iraniano Hassan Rohani. “La conferenza stampa ha dimostrato che l’Arabia Saudita non sa nulla su dove i missili e i droni siano stati costruiti o da dove siano stati lanciati, né ha saputo spiegare perché il sistema difesa del Paese non è riuscito a intercettarli”, ha scritto Ashena.

L’Arabia Saudita afferma che si sta unendo alla coalizione guidata dagli Stati Uniti per proteggere le vie di navigazione del Medio Oriente, dopo gli attacchi alle sue strutture petrolifere. L’agenzia di stampa statale saudita ha rilasciato una dichiarazione stamattina citando un funzionario anonimo che afferma come il regno si sia unito all’International Maritime Security Construct. Della missione fanno già parte anche Australia, Bahrein e Regno Unito. La coalizione è stata formata dagli Usa dopo attacchi a petroliere e sequestri di cui i funzionari americani accusano l’Iran.

“Ho appena ordinato al segretario del Tesoro di aumentare in modo sostanziale le sanzioni contro l’Iran”, lo ha twittato Donald Trump. La prima risposta agli attacchi contro gli impianti petroliferi sauditi, che gli Usa sospettano siano partiti dall’Iran, è quindi di natura diplomatica.

L’Iran ha inviato agli Stati Uniti una nota formale attraverso la diplomazia svizzera per avvertire che qualsiasi eventuale azione ostile troverà “un’immediata risposta” da parte di Teheran. Lo riferisce l’agenzia statale Irna. La nota, inviata lunedì, ribadisce l’estraneità della Repubblica islamica agli attacchi contro gli impianti petroliferi di Saudi Aramco di sabato scorso e “nega e condanna” le accuse di Washington al riguardo. L’ambasciata svizzera cura gli interessi Usa in Iran dalla rottura delle relazioni diplomatiche bilaterali a seguito della crisi degli ostaggi americani iniziata nel 1979.

Gli Stati Uniti non hanno ancora emesso i visti per permettere al presidente iraniano Hassan Rohani, al ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif e al resto della delegazione della Repubblica islamica di partecipare nei prossimi giorni all’Assemblea generale dell’Onu a New York. Lo riferisce l’Irna, secondo cui il governo di Teheran sarebbe pronto ad annullare la sua presenza al vertice se i visti non arriveranno nelle prossime ore.

Un eventuale annullamento della partecipazione di Rohani al summit delle Nazioni Unite risulterebbe clamoroso, anche tenendo conto delle aperture più volte manifestate dal presidente americano Donald Trump a un possibile faccia a faccia con il suo omologo iraniano proprio in quella sede. Nei giorni scorsi, il ministero degli Esteri di Teheran aveva ipotizzato ostacoli solo alla presenza di Zarif, colpito questa estate dalle sanzioni Usa. Durante la sua ultima visita a New York a luglio per il forum Economico e Sociale (Ecosoc), gli spostamenti del capo della diplomazia iraniana erano già stati limitati dalle autorità Usa alle sedi Onu e alle residenze diplomatiche del suo Paese.