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Pagamenti elettronici, +6,8%: ma in Ue siamo fanalino di coda

25 settembre 2019 | 19:11
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Pagamenti elettronici, +6,8%: ma in Ue siamo fanalino di coda

Studio dell’Osservatorio del Politecnico di Milano: il contante costa al paese 24 miliardi l’anno di mancato gettito

REGGIO EMILIA – Nel 2018 in Italia il numero di pagamenti fatti con moneta elettronica è cresciuto del 6,8%, in accelerazione rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Osservatorio carte di credito e digital payments di Assofin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di Crif. L’anno scorso si è registrato un record di importi transati con carte di credito, che hanno superato gli 80 miliardi di euro. Ma l’Italia è ben al di sotto della media Ue per uso delle carte di credito: nel rapporto tra il valore delle transazioni e Pil si posiziona al 24/o posto su 28 paesi europei.

I risultati dell’Osservatorio arrivano proprio all’indomani dell’annuncio del presidente del consiglio Giuseppe Conte che è allo studio un “patto con i contribuenti” con meccanismi premiali per chi usa moneta elettronica. Nel 2018 all’aumento del numero dei pagamenti è corrisposto un aumento dei volumi complessivi del +4,7%, mentre si è ridotto l’importo medio transato annuo, attestatosi a 1.418 euro dai 1.501 euro del 2017 (-5,5%).

Nel 2018 il numero di carte di credito attive in circolazione in Italia era pari a circa 15 milioni di unità contro i 56,3 milioni di carte di debito, tipo bancomat. La maggior parte delle carte in circolazione è di tipo familiare o personale, solo l’8,2% aziendale. Continuano a crescere le transazioni con prepagate (+26,5%), mentre aumentano i volumi transati con carte opzione o puramente rateali: in circolazione ce ne sono 9,2 milioni, circa un terzo del totale delle carte di credito del sistema.

Per colmare il gap rispetto agli altri Paesi europei nel pagamento di moneta elettronica “è necessaria un’azione decisa da parte del Governo”. Lo scrive l’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano. “Tre anni fa avevamo sviluppato una proposta per la loro incentivazione, per recuperare il mancato gettito di circa 24 miliardi di euro all’anno legato prevalentemente ai pagamenti in contante”.