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Governo Conte bis, gli iscritti del M5S hanno detto sì

3 settembre 2019 | 19:26
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Governo Conte bis, gli iscritti del M5S hanno detto sì

Approvato l’accordo con il Pd con il 79% dei voti. Di Maio: “Voto plebiscitario, siamo orgogliosi”

REGGIO EMILIA – Gli iscritti del M5s hanno detto Si’ al governo Conte bis con il Pd: su Rousseau approvato l’accordo con il 79% dei voti. Complessivamente hanno votato 79.634 dei 117.194 mila iscritti dalle 9 alle 18 per decidere se dare il via libera o meno all’accordo con il Pd per la nascita di un nuovo governo guidato da Giuseppe Conte. La base del M5s ha dato il via libera all’intesa con il 79,3% dei sì. I no sono stati il 20,7% . Il quesito era il seguente: “Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?”.

Ha detto di Maio in conferenza stampa dalla Camera: “Io credo che dobbiamo essere molto orgogliosi che tutto il mondo ha aspettato la pronuncia di questi 80 mila cittadini italiani su una piattaforma digitale che è unicum al mondo. Adesso si passa all’ultimo miglio, la squadra di governo che deve lavorare per migliorare la qualità della gente. Non sarà un governo di destra o di sinistra, ma un governo che deve fare le cose giuste”.

E venendo al governo, saltato lo schema dei due vicepremier, l’ipotesi su cui starebbero lavorando M5s e Pd in queste ore vedrebbe l’assegnazione di due ministeri di punta ai due “capi delegazione” dei partiti. E’ quanto trapela in queste ore in ambienti Dem. Se passasse questo schema – ma in queste ore è ancora tutto in divenire – il capo del M5s Luigi Di Maio, secondo le stesse fonti, potrebbe diventare ministro degli Esteri, andando a guidare la Farnesina.

Per il Pd il capo della delegazione sarebbe invece Dario Franceschini, in conseguenza della scelta di Nicola Zingaretti di non entrare nel governo e dopo il passo indietro di Andrea Orlando, che resta al partito da vicesegretario. E’ per questo che circola con insistenza l’ipotesi che Franceschini diventi il ministro dell’Interno. Ma per il Viminale resta in pole l’idea di un nome tecnico, come quello del prefetto di Milano Luciana Lamorgese o del capo della Polizia Franco Gabrielli.