Cronaca |
Cronaca
/

Tentano di impiccarsi in carcere, salvati due detenuti

17 agosto 2019 | 09:06
Share0
Tentano di impiccarsi in carcere, salvati due detenuti

Malorni (Sappe) lancia l’allarme: “Bisogna integrare il reparto con le oltre 50 unità di polizia penitenziaria nei diversi ruoli”

REGGIO EMILIA – Due detenuti tunisini hanno cercato di impiccarsi nelle celle del carcere di Reggio. Per fortuna sono stati soccorsi in tempo dagli agenti della penitenziaria e dai medici che sono riusciti a salvarli. Ma questo non è l’unico episodio allarmante che si è verificato in questa estate nella struttura di via Settembrini. Pochi giorni fa un altro detenuto ha preso a calci una guardia e un altro ne ha presa una seconda per il collo, per non parlare degli incendi nelle celle e degli interventi resi difficoltosi visto il grado di violenza di alcuni detenuti.

Il Sappe di Reggio Emilia, il sindacato delle guardie carcerarie, lancia un nuovo appello per poter avere i 50 rinforzi previsti ma rimasti sulla carta. Denuncia Michele Malorni: “Gli eventi critici a Reggio Emilia continuano ad aumentare. Nei giorni scorsi due aggressioni ai danni del ridotto personale di polizia penitenziaria del reparto di Reggio e nella giornata di Ferragosto, due tentativi d’impiccagione posti in essere da due detenuti di giovane età di origini tunisine, ristretti per reati misti tra cui rapine e droga con pene detentive elevate. Soggetti che dovrebbero essere ristretti nelle sezioni di reclusione, ma proprio per la particolare tipologia di detenuti e a causa di loro comportamenti irrispettosi delle regole interne alla struttura, attualmente sono ristretti nella sezione a regime chiuso per una vigilanza ed osservazione più acuta”.

Continua Malorni: “Questi soggetti andrebbero rimpatriati ma, se non si riesce, devono andare in strutture penitenziarie per la reclusione a regime chiuso, con l’obbligo di lavoro, quale elemento essenziale del trattamento penitenziario che non consente l’ozio e contribuisce a risparmiare in termini di farmaci”.

E conclude: “Bisogna integrare il reparto con le oltre 50 unità di polizia penitenziaria nei diversi ruoli”.