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Autovelox in via Tegge, “la sicurezza sulle strade non ha prezzo”

9 agosto 2019 | 20:12
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Autovelox in via Tegge, “la sicurezza sulle strade non ha prezzo”

Prendendo spunto dalla polemica sull’autovelox di via Teggi, parla il portavoce dell’Aifvs, l’associazione familiari vittime della strada, Franco Piacentini

REGGIO EMILIA – Riceviamo e pubblichiamo una lettera sul tema di via Teggi – dove è stato installato l’autovelox che ha dato migliaia di multe per eccesso di velocità –  scritta dal portavoce dell’Aifvs, l’associazione familiari vittime della strada, Franco Piacentini. Per l’Aifvs la sicurezza sulle strade non ha prezzo ed è giusto che le istituzioni facciano il possibile per rendere più sicure le strade.

Quando si parla di sicurezza, nostra e dei nostri cari, non si possono fare i calcoli con il portafoglio in mano. La velocità potrebbe anche non essere la principale causa di incidente, ma sicuramente ne modifica, in peggio, gli esiti e visto che la nostra preoccupazione principale non è tanto di evitare il lavoro a carrozzai e meccanici, ma piuttosto di segaossa e beccamorti, allora, in quest’ottica, ben vengano tutti quegli sforzi che si possono mettere in campo al fine di ridurre o evitare infausti eventi.
Di fronte a un tale dolore non possiamo permetterci fare i calcoli con il portafoglio, di pensare a quanto ci “costano” le multe perché non si calcola il prezzo di una vita. La necessità di mettere in campo serie contromisure per limitare la velocità dei mezzi che percorrono ogni strada è testimoniata dalle croci e dai fiori lasciati ai margini lungo tutta la rete stradale nazionale e provinciale, un vero e proprio stillicidio. Ragazzi, padri e madri; persone, strappate in pochi attimi alla vita che ogni giorno mancano ai loro cari. Non dovrebbe esser poi così difficile da comprendere.
Occorre promuovere il rispetto della vita formando automobilisti consapevoli dei rischi. In questo senso tutto il territorio reggiano, che negli anni ha pagato un tributo di sangue altissimo, si è mobilitato dando vita a numerose iniziative coinvolgendo in modo trasversale il Comune di Reggio Emilia, le forze di polizia, l’ufficio scolastico provinciale, le associazioni e tutti i soggetti che lavorano sulle strade.

Gli autovelox, con l’obbligatorietà della segnalazione ben definita dall’articolo 142, hanno sicuramente un valore educativo; costringono l’automobilista ad alzare il piede dall’acceleratore, a pensare a ciò che sta succedendo sulla strada e, quindi e soprattutto, dovrebbero ridurre sensibilmente la velocità dei mezzi. Se però il cartello di preavviso non è sufficiente altro non rimane che la sanzione, l’estrema ratio, il lato “severo” dell’educazione alla sicurezza.
Stupiscono le esternazioni del consigliere del consigliere Bassi “E’ solo un modo per fare cassa” e “Grazie alla strage di multe il comune fa cassa”. Il “fare cassa” non è altro che la conseguenza a gravi violazioni di norme poste a tutela della salute dei cittadini.
Per limitare le tragedie vanno prese serie contromisure su più fronti. Si tratta in primis di un problema culturale. Si tratta di cambiare i comportamenti ed i comportamenti, negli adulti, purtroppo, si cambiano solo con un controllo costante.Per questo non si può gridare alla sicurezza quando avvengono le tragedie e puntualmente lamentarsi degli autovelox e degli organi di polizia stradale che fanno rispettare le regole. Bene le regole, bene gli autovelox e bene il lavoro delle forze di polizia.
Stupisce inoltre l’affermazione che sia “eccessivo mantenere su un lungo rettilineo il limite sei 70 km su una strada dove ora c’è anche la pista ciclabile”. Considerando il fatto che i limiti massimi sulle strade sono dettati dal codice della strada, e le amministrazioni locali possono, nel caso se ne rilevi la necessità, ridurli.

Il fatto poi che la prefettura, sentito il parere della Polizia Stradale, dell’ente proprietario e tenuto conto del tasso di incidentalità abbia ritenuto, con decreto prefettizio, permettere di installare una postazione fissa di controllo sulla velocità, dovrebbe porre fine a queste sterili polemiche politicamente cavalcate anche da chi, professionalmente parlando, dagli incidenti trae lavoro.